
Cultura e Spettacoli
Venerdì 07 Agosto 2009
Il racconto d'estate/7
La luna dei misteri incombe sul delitto
I due sogni che Ermini narrò all'ispettore erano identici, tranne per un dettaglio...
Il padrone aveva una faccia da sonno. Si fermò sulla soglia della camera. Disse che era andato a far visita a un amico. Tornando aveva visto la luce nella mia camera. Era salito per sincerarsi che tutto andasse bene. Mentiva. Con quella faccia c’era da scommettere che sino a dieci minuti prima stesse dormendo. Aveva una guancia rossa che sino a poco prima era appoggiata al cuscino. Dormiva talmente sodo da non aver nemmeno sentito il colpo che avevo dato alla porta. Lo rassicurai. Dissi che io e il mio vicino eravamo rimasti a chiacchierare un po’. Inavvertitamente avevo lasciato la luce della mia camera accesa. Mi scusai. Disse che non c’era di che. Ermini tacque.
«Ma perché chiacchierare con la luce spenta»?, chiese lui.
«Per godere lo spettacolo della luna», risposi.
Il padrone sorrise. Ermini mi lanciò uno sguardo d’intesa. Il padrone se ne andò.
«Anche lei ha capito?», chiese Ermini.
«Non sono mai stato un’aquila», risposi. «Capisco solo quando gli altri si spiegano».
La luce della luna. Era quella la differenza tra i due sogni.
«Varrebbe a dire?», chiesi.
Ermini disse che il primo sogno avveniva nel buio. Si illuminava solo dopo un po’, quando la luna usciva da dietro una vetta della montagna.
«La prima vetta», disse.
«E il secondo invece?», chiesi. Me lo raccontò un’altra volta. Era già illuminato, la luna era tra la seconda e la terza vetta del Danzas.
«Come in effetti era», dissi.
La luna era nella stessa posizione in cui Ermini l’aveva sognata.
«Ho compreso la differenza tra i due sogni poco fa, quando la luna è di nuovo scomparsa dietro la terza cima», disse lui.
«Che ore sono?», chiesi.
Mancava poco alla mezzanotte.
«Saprebbe dirmi verso che ora ha sognato l’altra volta?», chiesi.
Ermini rifletté.
«Era presto», rispose. Disse che s’era coricato presto. Aveva passato il pomeriggio alla clinica. Dopo aver accompagnato il fratello aveva sbrigato le procedure burocratiche. Aveva cenato solo. Poi s’era ritirato in camera. S’era addormentato quasi subito.
«Era già buio?», chiesi.
«Sì».
«E il sogno?»
«Ho l’impressione di averlo fatto quasi subito», rispose. Poi tacque.
«Tra le nove e le dieci, direi», aggiunse poi.
Guardai le tre cime del Danzas. La luna si stava liberando della terza. Proseguiva il suo giro.
(7a puntata, continua)
© RIPRODUZIONE RISERVATA