
Cultura e Spettacoli
Lunedì 17 Agosto 2009
Ma com'è furba in tv
l'operazione nostalgia
Paolo Lipari, regista e mass mediologo, analizza per "La Provincia", il fenomeno del canale televisivo Fox Retro che, su Sky, ripropone telefilm di grande successo degli anni '70-'80-'90
Arnold, Magnum P.I., Charlie’s Angels; ecco il nuovo che avanza. Chi ancora sperava nel satellitare per vivere imprevedibili esperienze televisive è stato prontamente servito. L’attesissimo canale in più che andrà ad arricchire il pacchetto Sky è nato il 1° di agosto con sopra tre decenni di polvere. Alla Fox Channels Italy si è deciso di scommettere sulla nostalgia mediatica (come direbbe il mio amico sociologo), di raschiare il fondo del barile (come direbbe mia mamma). Il risultato è Fox Retro, una genialata che ti fa vedere quelle vecchie serie tv (anni Settanta o su di lì) che tutti gli affetti dalla sindrome di Peter Pan hanno da tempo imparato a scaricarsi da Internet. In sintesi: anziché investire sul nuovo nostrano, si va a comprare il vecchio americano. Anziché guardare al futuro, si mette la Retro. Di notizie, in effetti, possono essercene di migliori. Va da sé che ognuno si faccia i propri calcoli o gli affari suoi, per dirla più televisivamente. E c’è da scommettere che una simile operazione si assicurerà nell’immediato ottimi risultati. In fondo, i programmi rai attualmente più godibili sono proprio quelli costruiti con frammenti recuperati dagli archivi e la tendenza generale dice che la "buona tv del tempo che fu" è da tutti rimpianta in opposizione alla mediocrità di quella presente.
Astutamente la campagna pubblicitaria di Fox Retro gioca proprio sull’antitesi tra l’alta qualità televisiva di ieri rispetto a quella, scadentissima, di oggi. Di fianco ad Arnold compare per esempio la scritta: «Stava sempre in casa, ma non era un reality». Fox Retro non nasce insomma per caso. Spendendo relativamente poco, il canale ha buona speranza di portare a casa tanto. Quello che però amareggia, e lo dico come abbonato Sky ma anche come produttore, è che alle isole e alle talpe si risponda con Nano-nano. Si preferisce non rischiare, non azzardare neppure uno sguardo verso il domani. Sarebbe ora ingiusto dimenticare quanto la squadriglia Fox (in particolare FoxLife) abbia dato di bello e di innovativo in questi ultimi anni. "Reparto maternità", per citare un esempio, o lo stesso "Sos Tata" sono realizzati con grande perizia e hanno fatto persino scuola. C’è dunque da riconoscere l’intraprendenza di manager e autori che hanno rischiato e hanno fatto centro. Ma è questa una ragione in più per rimanere adesso delusi. L’impressione è che anche il satellitare, in Italia, stia progressivamente conformandosi al principio del «nulla di nuovo, tutto va bene». Come se, per una sorta di contagio, nel televisore (al plasma o con tubo catodico, via etere o via cavo…) ogni offerta debba alla fine raggiungere lo stesso stato di quiete catalettica. Come se, per un destino che è forse nel Dna della nostra tv, il primo risultato da conseguire fosse quello di fermare il tempo e non di stargli dietro o di spingerlo avanti.
Già, che strana macchina del tempo è la nostra tv! Se quella dei film di fantascienza ha come prima proprietà il fatto di consentire acrobatici andirivieni, spettacolari evoluzioni anche nel futuro, tutto l’impegno di quella che teniamo in salotto sta nel tenerci bloccati. Fermi lì! Il tempo non esiste. Guardiamo la tv per dimenticarci delle stagioni che passano, ci sintonizzeremo sul 121 di FoxRetro per far finta di essere ancora ragazzini. Ci siamo affezionati a Starsky e Hutch perché non crescevano mai. L’appeal del telefilm sta tutto lì: nella rassicurante rimozione di qualsiasi ipotesi di cambiamento. Non ci si sposa, non si invecchia, non si muore. Questo ci hanno garantito carissimi amiconi come Mork e Mindy o i componenti della famiglia Bradford. Le lancette girano ma il punto di partenza rimane sempre lo stesso: si ricomincia comunque dalla stessa sigla, ogni episodio, ogni giorno, per decenni. E adesso persino dopo tutta una vita. Il ritorno di quella allegra truppa di poliziotti senza dubbi o di famiglie senza ferite o di bagnanti senza scottature vale come il riapparire, inesorabile e puntuale, delle classifiche di campionato dopo le avventure dell’estate. Tutto come prima, e c’è chi ne gioisce. Vedrete, dopo il primo attimo di straniamento spazio-temporale, di fronte alle guanciotte di Arnold o le Kawasaki di ChiPs ci sentiremo esattamente come allora, con le merendine e i pomeriggi di maggio, per dirla alla Moretti. Salvati dal divenire. O forse felicemente risucchiati dal nulla.
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