
Cultura e Spettacoli
Sabato 22 Agosto 2009
Pintér, l'ungherese di Alassio
che diede un volto ai "gialli"
Si riscopre l'opera dell'artista che ha forgiato l'immaginario degli italiani
A Cantù, dal 29, una sua mostra e altri appuntamenti di ParoLario
Si inaugura il 29 agosto a Villa Calvi di Cantù (Co), la una mostra sull’opera dello straordinario disegnatore Ferenc Pintér.
di Fulvio Panzeri
Gli anni Sessanta, nell’ambito della grafica, sono stati, in Italia, anni d’oro. Anche per l’editoria, quando le copertine venivano affidate ad artisti che creavano illustrazioni-dipinto ad hoc, per ciascuno libro. Ora la tradizione è rimasta per Guanda che affida la sua grafica al disegno di Guido Scarabottolo. Allora c’erano anche direttori editoriali che avevano ancora la passione del libro come oggetto, ad esempio, Mario Spagnol, che hanno contribuito a creare queste "storie" uniche e a permettere ad artisti e grafici del calibro di John Alcorn che firmerà, negli anni Settanta, tutta la grafica di copertina della nuova Rizzoli. Spagnol però aveva già lavorato a fianco di un altro "grande", Ferenc Pintér, ungherese, per il quale l’Italia sembra segnata dal suo destino.
A partire dalla nascita, avvenuta casualmente ad Alassio, nel 1931, forse perché il padre, anche lui artista, era lì in villeggiatura o forse perché si era trovato con la famiglia sulla riviera ligure a dipingere la hall di un albergo come usava allora. A Budapest la vita non è facile e nonostante il talento figurativo già espresso dal giovane Pintér, viene respinto per ben tre volte dall’Accademia di Belle Arti. Dura la vita sotto il comunismo, circondata dai sospetti, soprattutto se si portano belle scarpe che arrivano dall’Italia, inviate da una zia di Firenze. Nel 1955 però Pintér ce la fa a partecipare alla seconda mostra del manifesto ungherese che diventa il suo trampolino di lancio, tanto che anni dopo ricorderà: «Vienna, Mosca, Varsavia, illustrazioni per la camera di commercio, grandi composizioni murali per la fiera di Budapest... Il lavoro che avevo sempre desiderato fare». La Storia nasconde dietro l’angolo un altro "stop": i giorni della rivoluzione lo costringono a scegliere di andarsene, a ritornare in Italia dalla zia di Firenze. Nel novembre del 1956 varcherà il confine. Senza biglietto di ritorno. In Italia la grafica pubblicitaria lo aspetta: per la Fiera di Milano realizza il murale del Monopolio Tabacchi, per la Facis un manifesto che entrerà nella storia della grafica pubblicitaria.
L’editoria però lo aspetta e all’inizio degli anni Sessanta si presenta per un colloquio in Mondadori, che già allora è una delle case editrici più importanti. Viene assunto e entra a far parte dell’Ufficio Artistico della casa editrice milanese dedicandosi, con molto successo, anche al campo editoriale. Anche se la sua attività si è poi sempre divisa tra "il piccolo formato" delle copertine dei libri più popolari e "il grande formato" del manifesto pubblicitario. Inizia a farsi notare con le copertine degli Oscar Mondadori che rappresentano anche una vera e propria rivoluzione, perché introducono il libro tascabile in Italia e vengono venduti in migliaia di copie, non solo in libreria, ma anche nelle edicole. «Il primo Oscar fu l’Iliade, poi Voltaire - ricorda Pintér -, in media mi toccavano cinque copertine al mese oltre, naturalmente, alle varie illustrazioni». Il successo arriva quando gli viene affidato l’incarico di rilanciare la sezione degli Oscar, dedicata alle inchieste del commissario Maigret: «Mi diedero carta bianca e scelsi la somiglianza con Cervi non per imposizione o per sfruttare la popolarità del personaggio ma perché mi piaceva come, del resto, mi dissero che piacesse a Simenon».
Del resto è l’uomo al centro dell’opera pittorica di Pintér, un valore, sotteso al progetto grafico, che veniva già evidenziato nel numero del settembre 1960 dell’autorevole rivista Gebrauchsgraphik di Monaco di Baviera: «Se ci chiedessero di rispondere a una domanda delicata - quella di sapere in che cosa Ferenc Pintér si differenzia dagli altri artisti che usano gli stessi procedimenti di stile e si trovano davanti ai medesimi problemi - noi risponderemmo senza dubbio che si tratta del suo infinito rispetto per la figura umana. Anche quando la sottomette a una leggera deformazione umoristica, sa esattamente i limiti da osservare per non cadere in una volgarità a buon mercato. E questa particolarità dà alle sue opere un inconfondibile carattere lirico».
Anche se il "suo" Maigret è stato ampiamente divulgato da mostre e da un libro, pubblicato da Little Nemo, la collana a cui era più legato era quella che aveva iniziato a illustrare dagli anni Settanta, alla quale è dedicato un secondo volume, in uscita il prossimo 15 settembre, sempre pubblicato da Little Nemo, Tutti gli Omnibus Gialli di Pìnter: «La collana nella quale mi riconosco di più è l’Omnibus Giallo. Questa collana venne addirittura presentata sulla rivista Novum Gebrauchsgraphik nell’ambito di un numero speciale sul libro in Italia. Erano presenti le maggiori case editrici italiane: dalla Feltrinelli a Franco Maria Ricci, alla stessa Mondadori, a Rizzoli. L’altra collana che amo molto è quella dei Saggi». E qui si perdoni un ricordo personale: il ritratto di Pasolini che aveva inventato per il mio primo saggio, uscito negli Oscar Mondadori, alla fine degli anni Ottanta, per una serie diretta da Federico Roncoroni di "invito alla lettura degli scrittori". C’era anche Pavese, in quei primi titoli, libri oggi introvabili. Pintér se ne è andato l’anno scorso, ma un po’ del merito del suo riconoscimento critico va ai suoi amici comaschi, al bibliotecario Giampaolo Mascheroni, ad esempio, che a Figino Serenza aveva portato già anni fa i disegni originali di un Pintér che lavorava ancora, ma dimenticato, nel suo studio milanese. Ora i libri con le sue copertine vanno a ruba sul mercato del collezionismo. Chi frequenta le librerie dell’usato sa bene quanto sia diventato difficile trovare copie dei Gialli Mondadori con le sue copertine.
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Gli altri appuntamenti canturini di ParoLario
Cantù ospiterà altri appuntamenti della rassegna ParoLario, oltre a quella di Ferenc Pintèr.
29 agosto
ore 15 Largo XX Settembre "Laboratori in viaggio"
ore 17 Libreria La Strada, "DISognamo - Il libro dei sogni", libreria La Strada
ore 18 Villa Calvi, mostra "Un illustratore - Ferenc Pintér"
ore 19 Corte San Rocco, mostra "Taccuini di viaggio: dal deserto al design", Corte di San Rocco
ore 21 Corte di San Rocco, Giovanni Cocco e Maya di Giulio: "I Carnet de Voyages" con proiezione del documentario "Passage to Egypt"
1 settembre
ore 21 Corte di San Rocco: laboratorio "Taccuini di viaggio" a cura di Maya Di Giulio
5 settembre
ore 15 Largo XX Settembre: "Viaggio fantastico nei mondi capovolti. Il mondo a testa in giù". "Zoom. L'occhio interiore" e "Viaggio immaginario di Stranalandia"
ore 17 Villa Calvi, Giampaolo Mascheroni e Peppo Peduzzi: "Creatività e impegno sociale nell'opera di Ferenc Pintér"
6 settembre
ore 21 Corte di San Rocco, spettacolo teatrale: "Nostos - Sognare, viaggiare, tornare"
12 settembre
ore 15 Largo XX Settembre: "Viaggio fantastico nei mondi capovolti. Il mondo a testa in giù". "Zoom. L'occhio interiore" e "Viaggio immaginario di Stranalandia"
ore 18.30 Villa Calvi, incontro con gli illustratori e presentazione della casa editrice Coccole e Caccole
13 settembre
ore 21 Chiesa di San Paolo, concerto dell'Ochestra giovanile della Nuova scuola di musica di Cantù
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