Cultura e Spettacoli
Domenica 06 Settembre 2009
Baglioni: "Nessun concerto
ma una storia in musica"
L'8 settembre a Villa Erba, alle 21, "Q.p.g.a": un mega schermo racconta una vita di canzoni
È la prima volta che un artista sceglie un tour per presentare un disco inedito. Come mai questa idea?
Per sottolineare il primato della musica suonata, su quella registrata. Del resto si tratta di un progetto così intenso e innovativo che mi è sembrato giusto che l´album diventasse documento, testimonianza e memoria di quanto visto e sentito dal vivo, e non viceversa. In fondo è stato così per migliaia di anni, prima dell’avvento del disco, ed è così che avviene per le opere e gli spettacoli teatrali in genere. Il Gran Concerto ha tutte le caratteristiche di un’ opera popolare moderna.
Questo piccolo grande amore (mi riferisco all’album del ’72) è sempre stato molto più di un semplice disco. La prima volta che l’ho presentato alla casa discografica, l’ho fatto sotto forma di racconto. Il "concept album" avrebbe dovuto essere doppio, ma la casa discografica non se la sentì di rischiare, le canzoni vennero limitate a 15 e il resto si perse per strada.
Poi, il successo. Tanto inatteso, quanto clamoroso, con una "titletrack" così fortunata da azzerare tutto il resto.
Da allora, l’idea di rimettere mano al progetto per liberarlo dallo "strapotere" di una sola canzone e restituirgli il respiro e la profondità originali ha continuato a stuzzicarmi.
È da questa amorevole persecuzione che è nata l’idea del cosiddetto "quadrigetto": un romanzo che raccontasse ciò che un disco non avrebbe mai potuto raccontare; un film che restituisse l’atmosfera di quella stagione a cavallo tra il sogno della "summer of love" e l’incubo degli "anni di piombo"; un tour e un disco, che recuperasse tutta la musica che era stata sacrificata allora, ma ospitasse anche tutto quello che la storia di Giulia e Andrea aveva continuato ad ispirare nel corso degli anni.
Cosa ha di diverso questo tour?
Tutto. Innanzitutto perché, come ho detto, non si tratta di un concerto tradizionale.
Non una semplice scaletta di canzoni, ma una storia in musica. Per questo le prime due ore di concerto si svolgono senza interruzioni. La seconda novità importante è che, grazie ad un super-schermo di 250 metri quadri, una volta tanto saranno le immagini a fare da commento alla musica e non viceversa. Una "colonna visiva" animata da salti temporali, interazioni fantastiche tra passato e presente ed emozionanti ricordi di un "dramma" giovanile.
Il tutto, nella speranza che parole, note e immagini - cucite insieme dall’impalpabile fil rouge narrativo dei pensieri di Giulia e Andrea - aiutino a ritrovare il desiderio, il coraggio e la forza di sognare, perché ogni volta che si riesce a dar vita a un sogno, il mondo diventa un posto migliore.
Fabio Borghetti
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