“Benvenuti” a casa Selton:
«Tanta voglia di incontrarvi»

Il nuovo album del gruppo brasiliano, fatto di storie quotidiane: «Un esercizio di apertura mentale»

Benvenuti. In Italia, a Loreto (Paradiso), in Brasile, “a casa mia”. Benvenuti sono stati anche a Como, in occasione del Wow Festival del 2016: la vita prima della pandemia è racchiusa anche nell’immagine di loro che suonano dal vivo attorniati – letteralmente, in un assembramento bellissimo – dal pubblico che cantava, ballava e sorrideva, senza mascherine, travolto dalla musica.

I Selton sono tornati, dopo quasi tre anni e mezzo da “Manifesto Tropicale” e due anni di lavoro, con “Benvenuti”, pubblicato il 16 aprile sulle piattaforme digitali e in vinile: «L’album doveva uscire a maggio dello scorso anno e ha quindi avuto un anno in più di “gestazione”», racconta Daniel Plentz, che forma il trio con Ramiro Levy e Eduardo Stein Dechtiar - «All’inizio avevamo un po’ di ansia rispetto al rinvio, poi ci siamo resi conto che questo tempo in più ha fatto maturare il messaggio. É il momento giusto».

Un disco diverso dai precedenti, frutto di una riflessione lunga, di collaborazioni con artisti che i Selton stimano molto, in parte già conosciuti e in parte contattati per l’occasione. Per realizzarlo sono anche tornati in patria, in Brasile: «Finora siamo stati abituati a lavorare tra di noi e con le stesse persone» - spiega Ramiro «e collaborare con un diverso produttore già di per sé dà un taglio diverso all’album; a questo si è aggiunto il fatto che ci siamo messi in gioco, abbiamo scritto con altri e questo ci ha dato una nuova prospettiva. Il lavoro è stato lungo, ma ricco». Gli fa eco, di nuovo, Daniel: «è facile avere un’identità se ci si mostra sempre nello stesso modo, ma guardarci sotto altri punti di vista, attraverso gli altri, ci ha fatto scoprire altri nostri lati, magari prima rimasti in ombra. Diluire il proprio stile e farsi contaminare è difficile, perché la zona di comfort viene meno, ma è necessario ed è una naturale evoluzione, a livello personale e professionale».

Tanti i nomi coinvolti nel progetto e nelle canzoni, tra i quali Priestess per “Estate”, Willie Peyote e Emicida in “Fammi scrollare”, Margherita Vicario in “Karma Sutra”; quest’ultima è anche tra numerosi amici, colleghi e ospiti che hanno preso parte alla sit com ideata e scritta dai Selton, in onda fino al 4 maggio su Radio Deejay e girata in stile anni ’90, con la regia di Francesco Mandelli. Ogni puntata è dedicata ad una canzone dell’album e vede coinvolti, tra gli altri, gli speaker Nikki, Federico Russo e Nicola Savino, Myss Keta, Alberto dello Stato Sociale, Rodrigo D’Erasmo.

«L’idea di una serie c’era da tempo», racconta ancora Ramiro, «anche perché la nostra quotidianità è costellata di episodi che sembrano tratti da un film, complice il fatto che abitiamo in tre appartamenti nello stesso palazzo e le nostre porte sono sempre state aperte ad amici e vicini. Scrivere con umorismo e ironia, separati da una sottile linea dal trash, è stato un bell’esercizio». Ad unire l’album e la sit com un messaggio comune: «Il punto di partenza è il benvenuto da saper dire e dare agli altri e che noi stessi diamo all’Italia, anche se sembra paradossale. “Benvenuti” è un invito all’apertura mentale, a non porsi contro qualcuno o qualcosa di diverso, perché l’incontro è l’unico modo per andare avanti». “Non esiste un Dio che ci fa diventare più umani, non c’è / Non c’è nessuno che lo possa fare al posto tuo”, cantano, non a caso, in “Sigaretta in mano a Dio”. In attesa di tornare ad applaudirli dal vivo, un invito: «la casa è una e, se ci organizziamo bene, tutti facciamo l’amore».

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