Cinema. "No, il dibattito... sì!"
Dilaga la voglia di cineforum

La sale lariane fanno il pieno con pellicole "d'essai", ma solo all'Astra di film si parla

Verrebbe da dire che a Como e dintorni trionfano i cineforum anche se, va detto, il termine è in quasi tutti i casi improprio. Non è sinonimo di “pellicole d’autore” o “d’essai”, come si diceva ai tempi pionieristici. Manca, quasi sempre, la discussione post visione, in pratica il “forum” dopo il “cine”. Basta osservare i cartelloni. Riprendono infatti il 30 settembre le rassegne cinematografiche del Cineplex Astoria, il Cinetè delle 15.30 (biglietti a 4 euro) e i Cinemartedì delle 21 (biglietti a 6 euro), con replica di entrambi gli spettacoli al giovedì.
Un cartellone di titoli provenienti dai festival internazionali inaugurato, oggi, da L’anno che i miei genitori andarono in vacanza di Cao Hamburger.
L’eufemismo scelto per il titolo dal cineasta brasiliano ricorda il Papà è in viaggio d’affari di Kusturica: in realtà i genitori del dodicenne Mauro sono fuggiti da San Paolo per motivi politici e il ragazzo resta solo e si trasferisce dai nonni.

menaggio isola felice
Mancavano all’appello questo appuntamento e quello di Menaggio (il Cine d’autore riprenderà, al CineLario, giovedì sera con Into the wild di Sean Penn) (nella foto ndr) mentre si attende la programmazione del Lux di Cantù, l’Astra è al cinquantacinquesimo compleanno, i Lunedì del cinema sono già iniziati con grande successo di pubblico affiancando al cartellone storico anche uno nuovo, il mercoledì (debutto domani sera alle 21 con Lettere da Iwo Jima di Clint Eastwood).
Chi volesse percorrere i pochi metri che separano Como da Chiasso troverebbe, al Cinema Teatro, una proposta interessante come il ciclo dedicata alle “vamp”, ovvero alle svampite del nostro cinema, contrapposte alle “vamp”.
Una messe di proposte, ma, Astra a parte, come si diceva tutte "cine" e niente "forum".
Presentando i nuovi titoli dell’Astra al critico de La Provincia Bernardino Marinoni, don Enrico Malinverno considera l’incontro, il "forum", “ragione stessa” delle proiezioni. Anche a Menaggio si cerca di non far scappare il pubblico: quando sarà ripresentato Gomorra, ad esempio, sarà presente Massimo Brugnoli della rivista Antimafia 2000, allo Spazio Gloria non sono mancati i registi, ma si tratta di casi isolati e, comunque, non esiste comunicazione con il pubblico che, pure, è numeroso. Nel Comasco, in pratica, un cinefilo può trascorrere tutte le sere in sala, da lunedì a giovedì alternandosi tra le rassegne, destinando il venerdì e il sabato ai blockbuster della normale programmazione (per la domenica, a questo punto, un bel classico in dvd). Sono passati più di trent’anni dall’urlo terrorizzato “No! Il dibattito no!” di morettiana memoria come dall’urlo liberatorio e tranchant di Fantozzi sui reali qualità della Corazzata Potemkin e, forse, è arrivato il momento di interrogarsi.
Spesso, dopo le proiezioni, i presenti formano dei piccoli agglomerati, nel foyer come immediatamente fuori dalla struttura, per scambiarsi opinioni, a volte quasi distratte ma anche molto accese, soprattutto quando si tratta di lungometraggi che vorrebbero suscitare, appunto, il dibattito. "Un film va visto al cinema”, direbbe qualsiasi addetto ai lavori, sottolineando l’importanza dell’esperienza collettiva. Un’esperienza che rischia, però, di restare isolata.
Alessio Brunialti

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