Daniele Biacchessi e The Gang
Sarà un’altra serata di Gloria

Como: altro appuntamento oggi della campagna #manchitunellaria per salvare la sala di via Varesina

Angela Finocchiaro, sul grande schermo in questi giorni con Aldo Baglio in “Scappo a casa”, Marco D’Amore, “Ciro l’immortale” della serie “Gomorra”, e ancora il collettivo Il Terzo Segreto di Satira, l’attrice Maria Amelia Monti, Giuseppe Palumbo, disegnatore di Diabolik, sono gli ultimi esponenti del mondo della cultura nazionale che sostengono la campagna #manchitunellaria per acquistare lo Spazio Gloria di via Varesina a Como, salvandolo dalla chiusura l’anno prossimo.

Si aggiungono ai registi Marco Bellocchio e Mario Martone, a Marcello Fonte, protagonista del premiatissimo “Dogman”, Davide Ferrario ai musicisti Massimo Zamboni (Cccp – Fedeli alla Linea, Csi), Emidio Clementi (Massimo Volume), Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti), Cisco, Max Collini e Lorenzo Monguzzi (rispettivamente ex Modena City Ramblers, Offlaga Discopax e Mercanti di Liquore), Teho Teardo, autore delle colonne sonore per Paolo Sorrentino, Enrico Gabrielli (Calibro 35) senza contare il manifesto per l’iniziativa, disegnato da Zerocalcare, che ora è diventato anche una T-Shrt.

E stasera, venerdì 29 marzo, la sala ospita uno spettacolo da non perdere di altre tre “menti migliori della nostra generazione”: i fratelli Marino e Sandro Severini, ovvero The Gang, e Daniele Biacchessi, autore, narratore, giornalista, indagatore dei fatti e, soprattutto, dei misfatti della nostra storia come avviene ne “Il Paese della vergogna”. È anche il titolo di un libro che si è trasformato in uno spettacolo di teatro – canzone (anzi, di teatro civile – canzone militante) di grande impatto. Biacchessi, negli ultimo anni, si è dedicato a un bellissimo progetto multimediale su Woody Guthrie, ma in questa occasione torna a raccontarci perché viviamo nel migliore dei paesi impossibili (o forse è il contrario).

Non sentirete mai un concorrente di “X Factor” accennare “La pianura dei sette fratelli”, nessuna ragazza di “Amici” realizzerà una coreografia per “Johnny lo zingaro” e, a dirla tutta, neppure personaggi a loro volta diversamente impegnati come Fazio e Saviano accetterebbero in trasmissione due tipacci come i Severini, e figuriamoci Sanremo. Eppure dagli esordi in inglese dei primi anni Ottanta, passando per capolavori come “Le radici e le ali” e “Storie d’Italia”, fino al presente, completamente indipendente, di “Sangue e cenere” e “Calibro 77”, restano un punto di riferimento.
Alessio Brunialti

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