Di Martino, da Como a Parigi
"Guardo all'Islam con filosofia"

Dopo la Normale e due dottorati, a 32 anni, la studiosa comasca insegna ad affrontare lo choc delle culture

La filosofia sale dal 19 settembre alla ribalta nazionale, grazie alla tre giorni del Festivalfilosofia a Modena, Carpi, Sassuolo, che riunisce grandi menti (da Remo Bodei a Marc Augè, da Jean-Luc Nancy a Maria Bettetini) dedicata al tema della «Fantasia». Nell’occasione «La Provincia» propone l'incontro con una brillante pensatrice comasca.


Gli scambi interculturali tra Cristianesimo e Islam e lo studio della teoria dell’uomo, dell’anima, della mente e della conoscenza: sono queste le grandi tematiche al centro degli studi di Carla Di Martino, 32 anni, filosofa e ricercatrice comasca. Dopo aver conseguito brillantemente la laurea in filosofia, presso la «Scuola Normale di Pisa», Carla Di Martino porta a termine due dottorati, uno in filosofia medievale e araba, sulla tradizione della psicologia di Aristotele, e uno in storia delle religioni sull’Islam. Attualmente prosegue la sua attività di ricercatrice e vanta numerose collaborazioni.
Dottoressa, all’interno della sua attività di ricerca c’è un attento studio della tradizione della psicologia di Aristotele nel mondo arabo e nel mondo medievale latino. Quali sono gli aspetti storici e dottrinali comuni della trasmissione greco-araba-latina della psicologia aristotelica?
Il più interessante è che per i commentatori tardo-antichi e arabi e in generale per gli autori che si rifanno alla tradizione greco-araba di Aristotele la psicologia è una branca della fisica. Ovviamente, né psicologia né fisica sono da intendersi in senso contemporaneo: psicologia è scienza dell’anima e fisica è scienza del movimento. La scienza dell’anima studia come e fino a dove un’anima incarnata in un corpo materiale partecipi e sia soggetta alle leggi del movimento che reggono il mondo materiale dei corpi. La conoscenza empirica, le emozioni, e l’intero mondo immaginario sono movimenti. Nel caso dei sensi corporei, questi organi sono gli organi sensori (occhi, naso…), mentre nel caso di immaginazione, memoria, fantasia e tutto il mondo dell’immaginario, l’organo preposto è il cervello. L’intelletto, diversamente dal sentire contemporaneo, non possiede alcun organo sensorio: l’organo sensorio è un corpo e un corpo può "raccogliere" solo impressioni, tracce particolari e non i valori della morale né le verità della logica, che sono universali. L’intelletto, scrive Aristotele, viene da fuori. Se l’intelletto non ha un organo, la conoscenza intellettuale non è tema da studiare in psicologia, la quale si fermerà all’immaginazione e alla memoria, e si occuperà al massimo del pensiero immaginativo. In risposta a questo paradosso, la scienza psicologica araba ha elaborato una sofisticata riflessione sulla possibilità di un "pensiero sensibile". È proprio questo il tema di un mio libro, "Ratio Particularis" (che è un’espressione di Tommaso d’Aquino), che uscirà alla fine dell’anno presso la casa editrice VRIN di Parigi.
I suoi studi attuali di ricerca comprendono anche lo studio delle religioni islamiche. Ritiene che la filosofia medievale possa essere un punto di partenza per comprendere meglio l’Islam contemporaneo? Attenzione, la religione islamica è una, al-din = la religione, parzialmente rivelata agli ebrei, che si sbagliarono credendo fosse destinata esclusivamente al popolo eletto, poi ai cristiani, che presero un profeta per il figlio di Dio, infine a Maometto, sigillo della rivelazione e ultimo profeta. Ma il plurale è interessante: l’Islam, lungi dall’essere quel blocco monolitico che vorrebbero gli integralisti o i fautori di uno "choc delle culture", è estremamente diversificato, per storia, culture, vicende politiche e sfumature etniche. Ancor più del Cristianesimo. Sì, la filosofia medievale può essere la chiave di comprensione per la diversità culturale e religiosa del mondo di oggi.
Quali sono, secondo lei, i momenti di incontro tra Oriente e Occidente sui quali è necessario insistere per favorire un dialogo?
Più che indicare un momento particolare, il mio invito è allo studio della storia, della storia della letteratura, della storia della filosofia: basterebbe un po’ di storia del pensiero, pensiero di uomini che si muovono per il mondo (e nel medioevo la gente viaggiava a piedi da un capo all’altro del mondo! ) per rendersi conto immediatamente che l’Occidente non è solo l’Europa, l’Oriente non è solo l’Islam, e siccome la città "virtuosa" ideale non esiste, nessuna società umana è stata o sarà mai impermeabile, ma sarà sempre, per sua natura, in continuo, aperto e dinamico dialogo.

Manuela Moretti

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