Cultura e Spettacoli
Sabato 17 Gennaio 2009
Dietologo e filosofo
contro la dieta-mania
I comaschi Gabrielli (ricercatore) e Vanotti (medico) rispondono alle domande di una giornalista sul mito del fisico perfetto
di Sabina Falasconi
«L’obesità è una patologia, comporta gravi rischi per la salute. Ed è in continuo aumento. Attualmente nella provincia di Como le persone obese sono più del 14% della popolazione; dieci anni fa erano meno del 7 %. A questi bisogna aggiungere un altro 35% della popolazione comasca, costituito dalle persone in sovrappeso, quelle cioè che superano il peso considerato ideale, pur senza raggiungere livelli patologici. E i dati locali corrispondono più o meno alla media nazionale». Questo il quadro della situazione tracciato nell’ultimo libro, intitolato "L’ossessione del corpo. Breve percorso dialogato: dalla scienza dell’alimentazione alla filosofia della persona", da Alfredo Vanotti, docente di dietetica e nutrizione presso l’Università Statale e l’Università Bicocca di Milano e responsabile del Servizio di Nutrizione Clinica e Dietetica dell’ASL di Como.
Scritto con il filosofo comasco Fabio Gabrielli, ricercatore dell’Università LUDES di Lugano, e con la giornalista Fausta Clerici in veste di intervistatrice, il volume, in uscita a febbraio, analizza tutte le sfaccettature del mito contemporaneo del corpo, che alla celebrazione e alla ricerca ossessiva della perfetta forma fisica accompagna paradossalmente «l’offerta quasi coercitiva di ogni piacere, compreso il cibo spazzatura», nell’illusione di procrastinare invecchiamento e morte. Il nutrizionista comasco non è nuovo alle opere di divulgazione sulle corrette abitudini alimentari: risale ad un paio d’anni fa la pubblicazione da parte di Vanotti, sempre in collaborazione con Clerici, del libro-intervista "La dieta del ribaltone", in cui si proponeva per l’appunto di invertire l’ordine delle portate nei pasti, in modo da non cominciare, affamati, col piatto più calorico.
Nel nuovo volume, il richiamo ad una medicalmente corretta cura di sé è integrato con rimandi, ad opera di Gabrielli, alla tradizione filosofico-morale, ad esempio alle virtù cardinali. In primo piano c’è così la fortezza, «un misto di potenza, di espansione del proprio io e di pazienza, di capacità di sopportazione», oggi così in disuso che i disturbi o le imperfezioni più lievi vengono ingigantiti fino a diventare «menomazioni esistenziali». Molti comportamenti alimentari errati dei più giovani derivano secondo gli autori da carenze educative, da parte di genitori che non tollerano più nei figli il minimo segnale di disagio. Accanto alla fortezza, anche la semplicità andrebbe insegnata ai bambini, secondo l’ammonimento anti-consumistico risalente già al filosofo greco Aristosseno: «fin dalla prima età si deve badare che i fanciulli aspirino a cose buone e rifuggano dai desideri vani e superflui».
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