Donatella Cervi:
«Il lago è vincente
e conquista Netflix»

La regista di “Il Caimano del Lario”, biopic sulle imprese di Leo Callone, commenta il suo momento magico

Dal 2016, anno in cui è uscito, ha partecipato a numerosi festival cinematografici internazionali e vinto importanti premi. Un’ulteriore – grande - soddisfazione è arrivata negli scorsi mesi: “100 milioni di bracciate”, il film della regista e produttrice Donatella Cervi dedicato alla vita  e alle imprese di Leo Callone - il “Caimano del Lario”, sbarcherà infatti su Netflix. Non solo: il primo accordo, che la casa di produzione comasca Mediacreative Produzioni aveva sottoscritto con la celebre piattaforma, prevedeva la concessione dei diritti di utilizzo del film per due anni, ma è recentemente arrivata la proposta per un prolungamento del contratto di ulteriori tre. Un risultato che ripaga gli sforzi che la realizzazione del lungometraggio che vanta anche le spettacolari riprese subacquee di Lorenzo Venturini.

Da settembre nel palinsesto di Netflix comparirà dunque anche il biopic - tratto dal libro “Bracciate per la vita” di  Stefano Cassinelli - sul nuotatore lariano detentore per venticinque anni del primato della traversata della Manica, con Gian Marco Tavani nel ruolo di Callone, Paola Onofri in quello di sua moglie e medico, e l’attore comasco William Angiuli.

Donatella, la soddisfazione sarà, per lei e per tutti coloro che hanno lavorato al film, enorme. Com’è arrivato il contatto con Netflix?

L’emozione è grandissima per tutti noi e vedere riconosciuto in questo modo il film è senza dubbio più che gratificante. L’aggancio è avvenuto tramite il distributore, che da tempo promuove il film al di fuori dell’Europa e da qualche tempo ha una base anche a Los Angeles. Un primo contatto era avvenuto tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, a seguito del quale Netflix ha fatto la prima proposta; tra la fine di maggio e l’inizio di giugno abbiamo avuto una nuova richiesta, per il prolungamento ad altri tre anni di programmazione. Il fatto che “100 milioni di bracciate” sia on demand su una piattaforma del genere è senza dubbio un’evoluzione del percorso naturale di un film, dopo le proiezioni nei festival e in altre situazioni.

A tal proposito, continuano le occasioni di incontro con il pubblico e di presentazione del film. Come procedono? Quali sono i riscontri?

L’accordo con Netflix non preclude la possibilità di distribuzione del film anche altrove e tuttora stiamo organizzando diversi eventi, soprattutto sul lago. Una delle ultime proiezioni è stata nella splendida cornice di Lierna poche settimane fa. L’accoglienza è sempre molto positiva e credo che questo dipenda da diversi fattori e dai diversi temi che vengono toccati nel film e nella storia: “100 Milioni di Bracciate” è un biopic, ma è anche un film storico, che racconta le imprese sportive e umane di un uomo e la dimostrazione che amore e fede consentono di ricominciare, oltre le avversità della vita.

Leo ha collezionato vittorie e record, superato malattie e drammi personali come la perdita di un padre e di un figlio, ricevuto e dato solidarietà e aiuto: proprio in memoria del figlio ha raccolto i fondi necessari alla costruzione di un ospedale in Guatemala.

Centrale è anche l’immagine del territorio, oggi più che mai importante anche a livello internazionale.

Sicuramente l’intenzione era anche portare un’immagine vincente del lago di Como in tutto il mondo. Il nostro territorio è oggi più che mai in un momento di “rivalsa” ed è importante farlo conoscere e valorizzarlo, non solo con le immagini e la storia, ma anche grazie alla partecipazione di alcuni partner e brand, dei quali si narra la storia. Così è stato per Moto Guzzi, ad esempio, che compare nel film e che proprio quest’anno celebra il centenario, sebbene non sia possibile – per gli ovvi motivi legati alla pandemia – celebrarlo a dovere.

Ci sono altri progetti in corso? Nuove produzioni in atto?

Il lancio del film su Netflix sarà sicuramente un’occasione importante di lancio anche rispetto ad altro: tempo fa ho vinto un bando ministeriale per una serie tv – un “murder crime” - i cui primi episodi sono stati girati a Como e per la quale da un anno lavorando con alcuni produttori. Spero che il bel momento continui, dunque.

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