Il Papa "cancellato"
nella tela di S. Donnino

Dalla Pala della chiesa cittadina è affiorato un profilo: alcuni indizi inducono a pensare al comasco Innocenzo XI

La restaurazione della pala d’altare della Chiesa di San Donnino, a Como, potrebbe celare la figura di un Papa comasco, e precisamente quella di Innocenzo XI. A conclusione dell’ultimo concerto d’ottobre dell’Autunno Musicale a Como, monsignor Carlo Calori, riferendosi alla pala d’altare di san Donnino conosciuta come "Madonna con Bambino, sant’Abbondio e san Donnino" ha affermato: «Durante i lavori di ristrutturazione, è spuntata una sagoma, probabilmente quella di Papa Innocenzo XI».
Non ci sono dati d’archivio che possano avvalorare questa ipotesi, tuttavia, durante il restauro sono emersi alcuni curiosi particolari, come spiega monsignor Calori: «l’unica cosa certa è che nel restauro è emerso che la figura del Gesù Bambino era stata appiccicata sopra e sotto c’era un volto, un volto che spuntava e che secondo alcuni, anche per il copricapo tipo triregno, poteva essere il Beato Innocenzo, ma lo studio non è proseguito. Il Bambino non appartiene alla stessa epoca delle altre figure, questo è certo, e lì vicino, nella pulitura, si è scoperto un volto».
Questa possibilità era stata già vagliata da Luciano Campagnoli che, in un articolo de "Il Settimanale della Diocesi di Como" datato 4 marzo 2006, avanzava l’ipotesi che il vescovo rappresentato nel secondo riquadro, tradizionalmente identificato con sant’Abbondio, sia in realtà un Papa. Ma vediamo di conoscere l’opera più da vicino.
La tela, di autore sconosciuto e databile tra la fine del ’600 e l’inizio del ’700, è stata per anni celata agli occhi del pubblico, rimanendo relegata ai lati dell’altare maggiore, in pessimo stato di conservazione. Circa due anni fa viene collocata, al posto della statua lignea del comasco Ezechiele Trombetta, sulla nicchia dell’altare maggiore della Chiesa di San Donnino, ritrovando il suo antico splendore. L’opera di restaurazione avviene con grande scrupolosità, grazie all’opera della restauratrice Rossella Bernasconi, in collaborazione con Laura Incontri, Anna della Casa e con la supervisione della Sovrintendenza alle Belle Arti di Milano. Se dividiamo il dipinto in quattro riquadri, nel primo in basso a destra vediamo la figura di san Donnino che, come scrive Campagnoli nel suo articolo «indossa un’inusuale uniforme da ufficiale spagnolo del ’600», mentre in realtà san Donnino, ufficiale romano, fu martirizzato tra la fine del III secolo e l’inizio del IV. «Nel secondo riquadro», continua Campagnoli, vediamo «un vescovo (tradizionalmente identificato come sant’Abbondio) in abiti pontificali che indica con la mano il terzo e il quarto riquadro dove sono raffigurati rispettivamente la Beata Vergine Maria (a sinistra) e il Bambino Gesù benedicente a destra».
Proprio dietro la figura del Bambino, che è stata aggiunta posteriormente, si potrebbe scorgere la figura di un Pontefice, come si può intuire anche dal copricapo, che più che a una mitria (paramento liturgico dalla forma di cono e simbolo della dignità vescovile), assomiglia a una tiara o triregno (il copricapo extra-liturgico che ogni Papa indossò durante la cerimonia dell’incoronazione da quella di Papa Clemente V a quella di Papa Paolo VI). «Il triregno», come scrive Campagnoli, «è formato da tre corone (ben visibili nel nostro dipinto) simboleggianti il triplice potere del Papa: padre dei re, rettore del mondo, Vicario di Cristo. La figura rappresenterebbe quindi un Papa e non un vescovo». L’ipotesi che si possa tratta di Papa Benedetto Odescalchi si basa su alcune somiglianze riscontrabili nelle fattezze del viso e sul fatto che la casa natale di Papa Innocenzo XI, al momento in cui fu dipinto il quadro, ricadeva nel territorio parrocchiale di San Donnino. Ma se si trattava di Innocenzo XI, perché è stato cancellato? Forse per il fatto che Papa Benedetto Odescalchi avendo combattuto contro il gallicanesimo, ovvero contro la pretesa della nomina dei vescovi da parte dell’autorità civile, era guardato con sospetto dalla Francia. Si tratta soltanto di ipotesi, che tuttavia si inseriscono all’interno di un clima che, dopo l’attenzione riservata all’esposizione del piviale di Pio XI, realizzato da Guido Ravasi e in mostra a Como in questi giorni, attira l’attenzione su un altro Papa comasco: Innocenzo XI.

Manuela Moretti

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