Il piano di Ciccarelli
Dal Lario a Milano

Stasera nella sala Verdi del Conservatorio di Milano la pianista cernobbiese Enrica Ciccarelli con la Filarmonica di Stoccarda

Due graditi ritorni per il concerto di questa sera, alle 21 (biglietti a 30 euro) nella sala Verdi del Conservatorio a Milano, promosso dalla Società dei Concerti.

Sono quelli della “Filarmonica di Stoccarda”, diretta per l’occasione da Toshiyuki Kamioka, beniamino del pubblico milanese, e la pianista cernobbiese Enrica Ciccarelli, direttore artistico della medesima Società organizzatrice, che non si esibiva per il suo pubblico milanese da cinque anni.

Eccezionalmente torna sul palcoscenico della Sala Verdi con il celeberrimo “Concerto n. 2 in do minore, op. 18 per pianoforte e orchestra” di Rachmaninov.

Nella seconda parte della serata una composizione di inconsueto ascolto: la “Sinfonia n. 2 in si minore” del russo Borodin, portata al successo nel 1880 grazie a un’esecuzione organizzata in Germania da Liszt.

Il secondo concerto di Rachmaninov è una pagina colma di pathos tipicamente post-romantico, con melodie molto personali e intimistiche. Il primo movimento (“Moderato-Allegro”) è caratterizzato da due temi contrastanti, che pongono lo strumento solista nel mezzo di drammatici sviluppi con l’orchestra. Malinconico ed elegiaco, in stile quasi di valzer, è il secondo movimento (“Adagio sostenuto”). Il terzo tempo (“Allegro scherzando”) alterna episodi brillanti ad altri un po’ esteriori, con atmosfere prevalentemente cupe e pessimistiche. Qui il pianoforte raggiunge momenti virtuosistici di notevole difficoltà, che richiedono un interprete dotato di eccezionali capacità tecniche.

Enrica Ciccarelli suona regolarmente in tutto il mondo ed è invitata dalle più importanti orchestre europee, asiatiche e americane.

Per l’etichetta italiana “Sfem” sono appena usciti due suoi cd: un cofanetto comprendente quattro Concerti di Mozart e tre Sonate di Beethoven, Weber e Schubert e l’album con la “Kreisleriana” di Schumann e i “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij.

Alberto Cima

© RIPRODUZIONE RISERVATA