Cultura e Spettacoli / Como città
Martedì 24 Dicembre 2019
Jurijgami: «Nel 2019 con Calcutta
Ma ora ecco il mio album»
Il cantautore comasco racconta l’esperienza come “opening act” ma annuncia un’importante novità per i primi mesi del 2020
Jurijgami ha 22 anni, è comasco e il suo primo contatto con la chitarra lo ha avuto a dieci anni, grazie a un fortunato ritrovamento e all’incoraggiamento di suo padre, musicista di professione. Da quel primo, folgorante incontro, questo giovane e talentuoso cantautore si è fatto conoscere dapprima su scala locale e poi, dopo la pubblicazione del suo Ep d’esordio dal titolo “Breve ma Incenso” alla fine dello scorso anno, anche su scala internazionale, aprendo, a La Madeleine di Bruxelles, una delle date del tour di Calcutta.
Cos’è successo in questo ultimo anno, dopo l’uscita del tuo Ep?
Quest’estate ho pubblicato il singolo “Pietra” che ha visto la partecipazione di Doro Gjata e “Frangia”, da cui ha preso il nome il mio ultimo tour, che si è concluso il 14 dicembre con il concerto ai Magazzini Generali di Milano.
Com’è andata l’esperienza in apertura a Calcutta?
La mia etichetta, la Piuma Dischi, che ha sede a Bruxelles, mi ha organizzato alcune date in Belgio e Olanda. Qualche organizzatore mi ha ascoltato, gli sono piaciuto e mi ha dato questa grandissima opportunità. È stata un’esperienza indimenticabile: La Madeleine è un locale enorme e, tra il pubblico, c’erano circa 1200 italiani, molti arrivati appositamente dall’Italia per il concerto. Suonare davanti al pubblico di Calcutta è stata una grande emozione.
E Calcutta che tipo è?
Molto carino, gentile, disponibile e, soprattutto, non se la tira. Mi ha raccontato del tour, che era contentissimo di essere stato a Parigi perché non l’aveva mai vista. Una persona alla mano.
Su cosa stai lavorando adesso?
Ho praticamente chiuso, all’Auditoria Records di Fino Mornasco, le registrazioni del mio primo lp, che uscirà probabilmente tra gennaio e febbraio del nuovo anno. Il disco che sarà composto da una decina di tracce, conterrà molte delle canzoni che ho portato in giro live, accompagnato da basso e batteria.
Come suona questo nuovo album?
C’è dentro tanta chitarra, il mio strumento prediletto. Rispetto all’Ep ci sono un paio di canzoni più “spinte” sul versante rock, che mantengono però la mia identità primaria. Il nuovo disco sarà un’evoluzione più matura del primo, anche per quanto riguarda le tematiche.
Chi ti ha affiancato in questo lavoro?
Il bassista di Malika Ayane Marco Mariniello, Riccardo Bruno e Giordano Colombo alla batteria, Riccardo Crignola e Andrea Gentile alla chitarra e mio padre Alessandro Cirone alle tastiere.
Senti di appartenere a qualche genere musicale?
Non riesco mai a limitare la mia produzione musicale ad un genere preciso, perché mi piace spaziare tra le sonorità e le epoche, così come mi piace trattare argomenti e contenuti diversi. Cerco sempre di non essere troppo scontato. Se proprio devo scegliere, preferisco definirmi “indipendente”, non nel senso attuale di “indie”, ma rispettando il vero significato della parola, perché con la mia etichetta ho la libertà di pubblicare i miei arrangiamenti ed esprimermi senza scendere a compromessi.
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