La chitarra di Ribot
Da Tom Waits a Costello

In concerto a Lugano guidando i Los Cubanos

Un asso mondiale della chitarra in concerto al Teatro Foce di Lugano stasera, martedì 31 marzo, per la rassegna “Tra jazz e nuove musiche”: Marc Ribot guiderà Los Cubanos Postizos in una scorribanda musicale alle 21 sul palco di via Foce 1 (biglietti a 25 franchi). Sessant’anni vissuti in palcoscenico e in sala d’incisione, prestando il suo tocco magico sulla sei corde a tantissimi artisti. Gli americani lo hanno conosciuto grazie a Tom Waits, gli inglesi per Costello e anche in Italia ha trovato nuovi adepti grazie a Vinicio Capossela. Ma Ribot è molto più di un semplice “sideman” (un turnista, per dirla all’italiana). Il bel documetario di Anaïs Prosaïc “The lost string” inquadra l’eclettismo di questo musicista dai molteplici interessi sonori. Nativo di Newark, nel New Jersey, è balzato all’attenzione del pubblico, della critica e, soprattutto, degli altri musicisti quando Waits lo ha scoperto e chiamato a partecipare alle registrazioni del capolavoro “Rain dogs” e del successivo “Franks wild years”, due dischi che hanno ridefinito il sound del rauco cantautore, dapprima basato essenzialmente sul pianoforte e, grazie a Ribot, ridisegnato attorno a chitarre spigolose, morriconiane, capaci di essere liriche ed evocative, ma anche abrasive e taglienti.

Il segreto del tocco di Ribot in realtà nasce da un suo limite: è un mancino che ha imparato a suonare da destro, un errore di impostazione che, a conti fatti, ha creato la sua fortuna rendendolo unico.

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