L’acuto del Concorso “Città di Cantù”
Sei stelle del pianoforte per il 2019

Oggi le finali al Fumagalli: alle 18,30 lotta a tre tra un italiano e due cinesi nei “classici” - In serata la decisione per i concerti romantici: in corsa un americano, un russo e una francese

È finale numero 29, al Concorso internazionale per pianoforte e orchestra città di Cantù. Ieri sera - dopo che, a conclusione di due pomeriggi di semifinali con 24 giovani pianisti alle prese con l’orchestra di Bacau, la giuria e il pubblico avevano apprezzato l’esecuzione del secondo e terzo movimento dei due brani appartenenti alla categoria di composizione del XXI secolo - il presidente della commissione esaminatrice Hubert Stuppner ha annunciato al pubblico del teatro Fumagalli di Cantù i nominativi dei 6 concorrenti ritenuti all’altezza di confrontarsi nell’ultima è più importante prova di oggi.

Per la sezione dei concerti classici, oggi a partire dalle ore 16.30, sarà lotta a tre fra l’italiano sedicenne Francesco Navelli e le cinesi Quanlin Wang e Zyu Liu (Primo, Terzo e Quarto concerto di Beethoven).

Tutta da ascoltare anche la semifinale di concerti romantici e del primo 900 che avrà inizio alle 20, per la quale i commissari hanno ritenuto di premiare come migliori esecuzioni semifinaliste quelle dello statunitense Matias Cuevas, del russo Maxim Kinasov e della francese Yolande Koutsenov che propongono il Secondo di Rachmaninov, Ciakovskij e Gershwin.

La finale 2019 sarà anche un’edizione che offre emozioni dal vivo tanto quanto proietta Cantù nel mondo con la tecnologia: grazie Auditoria Records, FM Audiovideo, la consulenza musicale di Matteo Castelli la regia di GianRiccardo Pera il nostro concorso andrà in diretta streaming mondiale sui principali profili social, comprendendo anche la Cina. Quello del ventinovesimo concorso si propone Dunque ancora una volta come un confronto finale assolutamente di portata globale: ne sono stati convinti fin dall’inizio i giurati, il croato-portoghese Robert Andres, il rumeno Pavel Ionescu membro dell’orchestra di Bacau, il belga Philippe Raskin e gli italiani Cristina Molteni presidente del concorso, Antonio Tarallo e chi scrive, cui per il secondo anno è data la possibilità di raccontare dall’interno i pensieri, le emozioni e le sensazioni che portano alla valutazione dei giovani.

A partire dalla consapevolezza che non c’è ormai confine o vincolo culturale anche nell’ambito della musica colta che ha avuto origine in occidente: piuttosto, l’opinione comune nel leggere la differenza fra quei giovanissimi musicisti che tendono a privilegiare l’aspetto più tecnico muscolare del suonare, rispetto alla più rara ricerca delle varie sfumature che servono a trasportare le emozioni.

Come dire, cuore oltre che tecnica, in chi oggi è chiamato a suonare insieme all’Orchestra filarmonica Jora di Bacau l’intero concerto per pianoforte e orchestra studiato. Giurati e pubblico comasco sono vogliosi di ascoltare ancora un volta, sperando che oggi non manchino i giovani studenti di musica che affollano i licei il conservatorio e le tante scuole di musica del territorio. Vedere i presenti ad ascoltare dal vivo coetanei o modelli che vengono dal resto del mondo rimane un’esperienza che va sempre incoraggiata e auspicata. In attesa di cominciare già a pensare all’anniversario 2020 del trentennale.

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