Liberty d'autore
sbocciato sul Lario

Viaggio tra storia e aneddoti di Villa Bernasconi di Cernobbio, uno dei gioielli dell'Art Nouveau italiana che i restauri stanno restituendo allo splendore d'inizio Novecento. E' lei la "star" della Settimana della cultura nel Comasco. I decori si ispiravano ai bachi da seta e all'industria tessile

Un gioiello liberty da far invidia a Parigi è la star della Settimana della cultura nel Comasco.
E’ Villa Bernasconi di Cernobbio, edificata nel 1906 e sottoposta a restauri conservativi che ne stanno restituendo lo splendore. Sabato 29 marzo, dalle ore 14.30 alle 16.30 (prenotazione obbligatoria telefonando allo 031/343.253, dalle 9 alle 13), sarà possibile partecipare alle visite guidate gratuite al cantiere della villa, mentre alle 17.30, nella sala municipale verrà presentato il volume “Villa Bernasconi. Storia e restauro”.

Il villino di Cernobbio – come scrive su La Provincia la professoressa Elena Di Raddo dell’Università Cattolica di Milano, che ne svela storia e aneddoti - deve la sua edificazione alla committenza di un imprenditore, esponente della nuova classe emergente, il setaiolo Davide Bernasconi (nessuna parentela con l’omonimo rocker laghée, meglio noto come Davide Van De Sfroos, ndr), che volle costruire la villa proprio sul terreno confinante con lo stabilimento.
L’imprenditore tessile si affidò a uno dei protagonisti del liberty lombardo, l’architetto Alfredo Campanini (1873-1926), che  nello stesso periodo stava costruendo a Milano l’omonimo palazzo situato in via Bellini e che divenne famoso soprattutto per gli stabilimenti balneari in stile Liberty-secessionista di Imperia-Porto Maurizio (1913). L’uso abbondante di elementi decorativi floreali e antropomorfici, con quell’effetto di ridondanza, che talvolta maschera la monotonia e la povertà costruttiva, è tipico del Liberty lombardo, molto di facciata. Negli anni Ottanta la villa è passata al Comune di Cernobbio, mentre fino ai primi anni del 2000 ha accolto mostre d’arte.  
I  motivi naturalistici modellati sui cornicioni che inquadrano le finestre, sugli stipiti delle porte e alla base dei balconi non sono riproduzioni banali di stilemi di repertorio, ma furono creati appositamente ispirandosi al baco da seta, elemento di partenza della filiera produttiva dell’industria serica: motivo che ricorda certamente l’attività del proprietario, ma anche la caratteristica dell’imprenditoria comasca.

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Eco di Bergamo VILLA BERNASCONI