Cultura e Spettacoli / Como città
Lunedì 08 Dicembre 2014
L’inedito Mark Twain
«Interviste? Spazzatura»
Un documento pubblicato qui per la prima volta in Italia
In una lettera il grande scrittore distrugge un mito giornalistico
Un inedito assoluto di Mark Twain: lo presento qui, per la prima volta in Italia, nella traduzione di Michele Crescenzo. Un documento che rivela i lati oscuri, ma anche più ironici, del grande scrittore americano che da oltre un secolo continua a essere tra gli autori più letti al mondo.
Immaginario collettivo
Molti suoi romanzi sono entrati nell’immaginario collettivo, basti citare “Le avventure di Tom Sawyer” (1876) o “Le avventure di Huckleberry Finn” 1884), anche se Twain non è stato soltanto uno scrittore per ragazzi, ma un grandissimo romanziere e fine intellettuale. William Faulkner lo definì «il più grande scrittore americano»”, mentre Ernest Hemingway, solitamente restio ai complimenti, scrive che «tutta la letteratura moderna statunitense viene da Huckleberry Finn... tutti gli scritti Americani derivano da quello. Non c’era niente prima. Non c’era stato niente di così buono in precedenza» (dal primo capitolo di “Verdi colline d’Africa”, Mondadori).
Un anno tutto per lui
Il 2014 anche in Italia è stato l’anno editoriale di Twain -che nella vita prima di diventare scrittore fu apprendista tipografo, pilota di battelli a vapore sul Mississippi, cercatore d’oro e d’argento- con la traduzione di titoli importanti come “Età dell’oro”, romanzo sull’inesorabile sviluppo economico americano di fine Ottocento ( Elliot editore) e la sua “Autobiografia” che in America ha venduto oltre 400 mila copie rimanendo 42 settimane nelle classifica di vendita.
Pubblicata in Italia da Donzelli è un’autobiografia «da pubblicare cent’anni dopo la morte secondo la volontà dell’autore» perché, come spiegò Twain nel 1899: «Un libro destinato a essere pubblicato un secolo dopo dà allo scrittore una libertà altrimenti impossibile. In queste condizioni puoi descrivere un uomo esattamente come l’hai conosciuto, senza timore di ferire i suoi sentimenti, o quelli dei figli o dei nipoti».
Basti questa frase per intuire il valore dello scrittore e del libro.
Il giornalista Bok
Una breve premessa prima di lasciarvi alla grandezza (che deve essere ricercata anche nelle più piccole sfumature per comprenderla al meglio) di Twain. Il giornalista Edward Bok - poco prima di diventare direttore del “Ladies Home Journal” (il settimanale americano femminile più venduto negli Usa) e di vincere il Premio Pulitzer per la Saggistica- incontrò Twain nella sua casa per un’intervista con l’intento di pubblicarla in un suo articolo.
L’intervista andò bene: il giorno dopo Bok scrisse il pezzo e ne inviò una copia a Twain per l’approvazione. Quell’articolo non è mai apparso in stampa sino a oggi. Bok ritrovò la seguente lettera di Twain che è un modernissimo trattato sull’inutilità delle interviste. Soprattutto in questi tempi in cui sembra prevalere la logica delle interviste. Dove tutti tutti intervistano tutti. Buona lettura!n
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