Cultura e Spettacoli / Cantù - Mariano
Giovedì 28 Marzo 2019
L’onestà secondo Oscar Wilde
Un grande classico al Fumagalli
Questa sera in scena “L’importanza di chiamarsi Ernesto” con un cast di prim’ordine. Produzione del Teatro dell’Elfo, scene e costumi di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
È l’ora della prosa più classica, stasera, alle 21.15, al Teatro Fumagalli di Cantù. La sala di via San Giuseppe, per il prosieguo della sua stagione teatrale presenta “L’importanza di chiamarsi Ernesto” noto e sempre molto rappresentato testo di Oscar Wilde.
La pièce è prodotta dal Teatro dell’Elfo di Milano e vede attivi a regia, scene costumi Ferdinando Bruni e Francesco Frongia. In scena un cast di prestigio con Elena Ghiaurov che sarà Lady Bracknell, Elena Russo Arman, alias Gwuendolen, Giuseppe Lanino che interpreta il personaggio di John Worthing, Riccardo Buffonini ovvero Algernon Moncrieff, Matteo De Mojana che è il reverendo Chasuble, Cinzia Spanò nei panni della governante Miss Prism e Nicola Stravalaci il maggiordomo e il cameriere. Camilla Violante infine sarà la giovanissima Cecily.
Un testo del 1895
Il pubblico della sala della frazione canturina di Vighizzolo assisterà dunque a questa commedia, datata 1895. Con la ben nota ironia e la graffiante vena satirica, Wilde imposta il proprio lavoro di scrittura teatrale, fin dal titolo, su una pungente critica dei costumi contemporanei che dietro ad una facciata di perbenismo ipocrita nascondono un interesse praticamente a senso unico nei confronti del denaro, intorno al quale ruotano tutte le scelte e le aspirazioni dei personaggi in scena.
Titolo intraducibile
Proprio sul titolo hanno puntato l’attenzione gli stessi artefici dell’allestimento prodotto dall’Elfo. Si è infatti scelto di presentare il nome del titolo barrato per sottolineare come sia difficile tradurre il titolo originale “The Importance of Being Ernest”. Il rovesciamento paradossale del senso (la parola “earnest” che in inglese significa “onesto”, ha la stessa pronuncia del nome Ernest, ma alla fine, non ci sarà né un “earnest” né un “Ernest) è molto più di un divertissement del brillante e provocatorio autore, che sembra voler disorientare il pubblico e nello stesso tempo mettere alla berlina le finzioni sociali del suo tempo (e non solo).
Per Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, questo spettacolo non è un allestimento teatrale come tanti altri. Si tratta infatti di una nuova tappa di un lungo e articolato approfondimento su Wilde che ha già prodotto diversi lavori: “Salomé”, “Il fantasma di Canterville” e “Atti osceni–I tre processi di Oscar Wilde”. In questa ricerca, si è indagato soprattutto sullo stile dell’autore, davvero rivoluzionario per l’epoca e capace di far sentire i suoi effetti fino all’oggi, attraverso il cinema e persino serie tv di grande successo. Tutte queste riflessioni sono ben chiare nello spettacolo che vedremo al Fumagalli. I biglietti per assistere allo spettacolo costano da 36 a 30 euro. Info e prenotazioni sono disponibili sul sito www.teatrofumagalli.it e chiamando lo 031/733711.
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