“Maledetta”: Giorgieness
e il canto di nuova vita

Dal singolo all’album (previsto in uscita per l’autunno). E in mezzo un trasferimento

«Tutta questa musica, ci esploderà la testa / Baciami più forte, ci brucerà la bocca / Maledetta / Tutta questa voglia ci consuma ma non passa / Chissà quante volte l’hai pensato, maledetta / Maledetta»: chi ha avuto modo di ascoltare il nuovo singolo di Giorgieness - uscito lo scorso 28 maggio - si sarà probabilmente ritrovato a cantare spesso e volentieri queste parole. Il brano, che anticipa il nuovo album in uscita in autunno, ha già spopolato su tutte le piattaforme e sui social.

«Il lavoro è partito dalla fine del 2018, quando la “squadra” di lavoro è stata ricostruita e sono iniziate le collaborazioni con nuovi produttori e un’importante sperimentazione - racconta Giorgieness - Occuparsi tanto a lungo su un progetto è stato bello, perché rispetto al solito ho scritto molto: quaranta canzoni circa tra le quali abbiamo selezionato, perché lavorare ad un disco per tanto tempo porta anche ad un cambiamento della sensibilità e alcuni brani dopo qualche tempo non rispecchiano più lo stato d’animo di quel momento».

Il lavoro di squadra ha coinvolto, oltre a Davide Napoleone e Marco Olivi, anche Ramiro Levy (voce e chitarra dei Selton):«Dopo aver lavorato all’arrangiamento di alcuni pezzi con Davide, “galeotta” è stata una telefonata con Ramiro, in cui abbiamo parlato anche di “Maledetta”; se ne è innamorato e abbiamo deciso di lavorarci insieme».

Se l’emergenza sanitaria ha scombussolato i piani legati all’uscita e alla promozione, il lockdown non ha fermato la realizzazione del video di “Maledetta”:«Dopo alcune riflessioni, Silvano Richini – amico e regista – ha ideato lo storyboard e realizzato la casa di cartone attraverso cui passano le immagini, tutte realizzate con uno smartphone; io poi ho pensato di aggiungere alcuni video realizzati durante una vacanza, perché è stato allora che la canzone è nata».

Il nuovo album arriva dopo molto tempo dai precedenti – “La giusta distanza” (2016) e “Siamo tutti stanchi” (2017) –, tante nuove esperienze e il trasferimento a Torino; inevitabile, dunque, che nel nuovo progetto emergano influenze derivate dalle nuove esperienze e, essenzialmente, dalla vita vissuta in questi ultimi anni: «Il racconto è parte del lavoro di un cantautore, anche se non deve diventare didascalico; a Torino ho trovato una qualità della vita migliore, ottimi rapporti umani e una tranquillità diversa, che sicuramente hanno influito in maniera positiva sulla scrittura. Non c’è un vero e proprio pezzo legato alla città, ma piuttosto una suggestione. Tutti i miei album sono fotografie di un momento». Sebbene Giorgieness sia rientrata da poco in studio, restano le incertezze legate agli eventi di promozione dal vivo: «Senza i live manca davvero un pezzo della vita musicale mia e non solo; personalmente spero ci sia almeno la possibilità di qualche concerto in acustico».

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