Mattia Petrilli torna a Como per solidarietà
"Ma l'Italia non dà spazio ai giovani"

Il flautista, già affermato all'estero, il 29 ottobre il Sala Bianca del teatro Sociale per l'associazione Palma

Mozart, Quartetti con flauto è il concerto che il giovane flautista comasco - già affermato in campo internazionale - Mattia Petrilli terrà con gli archi coetanei Igor Cantarelli, Matteo Amatasi e Gregorio Buti a sostegno dell’attività dell’Associazione Antonio e Luigi Palma il 29 ottobre nella Sala Bianca del Sociale.
La Provincia ha chiesto a Mattia Petrilli un’anticipazione sul programma e sul senso del concerto benefico oggi e per i giovani esecutori.
«È, per certi versi, una scelta obbligata per quanto riguarda l’epoca classica: si tratta dell’unico importante repertorio per flauto e archi, a quel tempo il flauto era in ritardo per quanto riguarda l’evoluzione tecnica e gli era dedicata una letteratura limitata.
L’occasione dà modo di portare a Como il gruppo cameristico Überbrettl (dal nome del cabaret berlinese d’inizio Novecento, n.d.r.) del quale io risulto in questo concerto parte solista solo per l’occasione di evidenziare le mie origini comasche.
Il gruppo nasce grazie alla comune esperienza con la Sinfonica Toscanini diretta da Lorin Maazel».
Qual è il rapporto dei giovani musicisti con la filantropia?
Assolutamente attivo. Ho avuto la possibilità più volte e con diverse formazioni di essere parte di concerti con finalità sociali e filantropiche nel mondo, con direttori come Abbado o Maazel.
La mia generazione ha questo strano destino, di dover andare a cercarsi un futuro all’estero per poi tornare cercando di portare gli esempi positivi appresi, sia a livello culturale che sociale.
Com’è la vita del giovane musicista classico italiano?
Pessima! L’unica possibilità è fuggire dall’Italia... La mia esperienza, peraltro, è simile a quella di altri: io sono reduce da una tournèe estera con Abbado e Maazel, ma sul suolo nazionale le possibilità di lavoro e studio rimangono sempre poche, anche l’eccellenza in campo accaddemico è poco valorizzata, le orchestre commissariate... Sto finendo un master in Svizzera e ho ottenuto il posto di prova alla London Philarmonic. Qui, leggo delle dichiarazioni ministeriali che parlano di salvare due sole orchestre nazionali, Scala e Santa Cecilia!
È un problema culturale, politico o entrambi?
Società e cultura per la gran parte valorizzano la spazzatura: basta accendere la tv. L’Occidente sembra rivolto verso valori artistici di basso livello: in Italia ciò è più evidente per la scarsa attenzione rivolta negli ultimi anni alla cultura. In Svizzera, Germania, Gran Bretagna va meglio: quanto meno, è attivo un circolo virtuoso che fa incontrare produzioni e richiesta.
C’è speranza?
Penso proprio di sì. Ho fatto parte del concerto di Bologna con Abbado e Benigni per Prokofiev e il Te Deum di Berlioz, il cosiddetto concerto dei 930 c’erano centinaia di bambini entusiasti, le nuovissime generazioni possono garantire e meritano un futuro migliore.
Stefano Lamon
Mozart, Quartetti con flauto 29 ottobre, alle 20.30, Sala Bianca del teatro Sociale, biglietti a 30 euro alla sede dell’associazione Palma, via Vitani, Como; a Ellecistudio, piazza del Popolo, 14 e in teatro o per telefono: 031/2753464, 031/270170 e 031/301037.

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