Cultura e Spettacoli / Como cintura
Domenica 04 Agosto 2013
Non più ribelle, torna sul Lario
Il Finardi del Terzo millennio
Stasera il cantautore inaugura il festival “Città di Cernobbio”. C’è anche il primo giovane dell’accademia Pasta: il pianista lecchese Andrea Cantù
Il “Nuovo umanesimo” di Eugenio Finardi per inaugurare il “Festival città di Cernobbio” stasera, alle 21, nel padiglione di Villa Erba (ingresso libero).
Un compleanno importante festeggiato con una ricca retrospettiva intitolata con la stessa cifra raggiunta all’anagrafe, “Sessanta”, una band composta da giovani musicisti per accompagnare quello che resta soprattutto un fratello maggiore con cui divertirsi a fare musica, magari ancora un po’ ribelle.
Dischi intimistici e preziosi
Nel decennio successivo, gli anni del drammatico “riflusso”, Eugenio ha saputo realizzare dischi intimistici e preziosi, una vena che ha ben espresso anche nei Novanta, sempre aperto a sperimentazioni e novità. Un’inquietudine artistica lo accompagna in questo primo scorcio di Terzo Millennio: ha inciso un disco di fado e uno di ballate spirituali, poi ha riscoperto la sua “Anima blues” prima di dedicare un sentito omaggio al poeta russo della canzone, Vladimir Vysockij senza contare due apparizioni al Teatro alla Scala e anche una bella divagazione jazz.
Oggi Finardi appare, rubando un’espressione proprio a Vysockij, “il cantante al microfono”, che ha fatto pace con il suo passato, con i suoi dubbi, e che sente di avere ancora qualcosa da dire. Quel qualcosa è ben espresso nei cinque inediti di “Sessanta”, che vedono Eugenio alle prese con talenti di un’altra generazione, Max Casacci dei Subsonica, il Premio Tenco Zibba, Roberta Di Lorenzo, autrice del brano presentato a Sanremo “E tu lo chiami Dio”. L’album di quest’ultima, prodotto proprio dall’artista milanese, venne lanciata proprio a Villa Erba tre anni fa in occasione del Moa.
Ma la canzone più importante, quella che funge anche da titolo per il tour è proprio “Nuovo umanesimo”, un testo che vuole rimettere al centro la l’essere umano, con i suoi pregi e i suoi difetti, per ripartire da capo. A Cernobbio suoneranno con Finardi i musicisti del disco: Giovanni Maggiore (chitarra), Paolo Gambino (tastiere e pianoforte), Marco Lamagna (basso) e Claudio Arfinengo (batteria).
Classici del rock italiano
In repertorio, naturalmente, anche classici che hanno fatto la storia del rock italiano: “Extraterrestre”, “La radio”, “Le ragazze di Osaka”, “Laura degli specchi” e, bello citarla come un augurio per Finardi visto che da pochi giorni le primavere sono 61, “Non diventare grande mai”. «Suonare con ragazzi più giovani di alcune delle mie canzoni mi ha ridato la voglia e l’energia dei trent’anni», ha detto. E giovani sono anche i talenti che si esibiranno in apertura, selezionati dall’accademia musicale Giuditta Pasta diretta da Roberta Di Febo, che presenterà tutte le serate del festival.
Stasera il pianista lecchese Andrea Cantù, 21 anni fra due giorni, interpreterà le “Variazioni su un tema di Paganini” op. 35 di Johannes Brahms. E domani il festival prosegue con la grande voce africana di Fatoumata Diawara (info www.festivaldicernobbio.eu).
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