«Passione Mozart
Il racconto di Gesù»

Como

Affrontare la figura di Cristo non è impresa facile, per nessun regista. Ognuno ne ha una propria immagine e si rischia di deludere le aspettative di molti, credenti e non. Marco Daverio si è imbattuto in una duplice sfida: raccontare gli ultimi giorni della vita di Gesù, per di più attraverso la danza neoclassica.

Un’operazione insolita, dal titolo “Passione Mozart”, che andrà in scena il 16, 17 e 18 aprile alle 20.30 presso il Teatro di Milano, in via Fezzan 11 (biglietti da 10 a 35 euro, info e prenotazioni: 02.42297313). La sala cittadina è infatti sede del Balletto di Milano, compagnia stabile tra le più importanti del nostro Paese, protagonista di questo spettacolo.

Daverio, come le è venuta l’idea di un balletto sulla Passione?

La cosa che ho trovato più stupefacente è il fatto che la rappresentazione sacra della Passione di Gesù, che ha accompagnato dal medioevo in poi intere generazioni di attori, nella danza si era un po’ persa. C’è stato un tentativo negli anni Trenta del secolo scorso da parte di un impresario dei balletti russi, che poi è andato a monte. Io ho voluto raccogliere la sfida, attingendo al repertorio di Mozart, che a differenza di Bach non ha scritto nulla sulla Passione, ma come disse il teologo Hans Kung, la sua musica contiene tracce di trascendenza che meglio di ogni altra avvicinano l’ascoltatore ad un’esperienza con il divino.

Quanti ballerini saranno in scena?

I 12 della nostra compagnia, più un ballerino comasco diversamente abile, Alessandro Ranno, che ha frequentato una scuola di danza e che interpreterà Giovanni, il discepolo amato da Gesù.

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