"Mai vecchi, grazie ai nipoti"
Parola di Silvia Vegetti Finzi

La nota psicoterapeuta, il 30 ottobre a Como, presenta alla libreria Ubik il libro scritto facendo tesoro dell'esperienza di nonna. La Provincia l'ha intervistata ed ha chiesto a una "super nonna", l'attrice Valeria Valeri, di esprimere un'opinione su questo tema

di Laura d’Incalci

«Accanto a un bambino che cresce non c’è posto per la vecchiaia»: la notazione di Silvia Vegetti Finzi, psicoterapeuta affermata e autrice di libri di successo, nasce da uno sguardo ampio, proiettato sull’attuale generazione di nonni. Alla "categoria" che attraversa la fase dell’esistenza segnata dal declino e dalla parola conclusione, la studiosa delle dinamiche familiari offre una rivelazione preziosa: «Diventare nonni significa aprire un capitolo inedito della propria storia: sostituire il termine "fine" con "segue", riconoscendo di aver ricevuto dalla vita un dono che comporta un inevitabile supplemento di gioventù». Così chiarisce ripescando una delle prospettive più affascinanti disegnata nel suo ultimo libro intitolato "Nuovi nonni per nuovi nipoti" (Mondadori), che presenterà il 30 ottobre a Como, alle ore 17, alla libreria Ubik di piazza San Fedele.

Nell’opera emerge più l’impronta di una specialista in materia o di una tenera nonna?

Prevale la nonna, la psicologa resta sullo sfondo con tutto il patrimonio di acquisizioni che ovviamente non si perdono...Ma questo libro nasce dal cuore più che dalla mente. Mentre una porta della vita si chiudeva, al momento di abbandonare le aule universitarie dove insegnavo da anni, un’altra se ne apriva. Ho avuto due splendidi nipotini Massimiliano e Francesca: un’esperienza di felicità che mi ha evitato la crisi da pensionamento. E accade oggi a molti di avvertire la nascita di un nipotino come un nuovo inizio, un ricominciare...

Sono tante in effetti le voci che confluiscono nelle stesse pagine intessendo un dialogo ininterrotto...

Sulla falsariga del precedente libro intitolato "Quando i genitori si dividono: le emozioni dei figli", ho raccolto le testimonianze di quanti stanno vivendo l’esperienza dell’esser nonni. Ho notato una gran voglia di parlarsi, di mettere in comune le proprie esperienze: avevo iniziato con il coinvolgimento di una piccola cerchia e spontaneamente il tam tam si è diffuso provocando un interesse inimmaginabile, persino nella vicina Svizzera.

Lo scenario descritto nelle sue pagine si allarga ben oltre la dinamica relativa a nonni e nipoti, offre cioè un interessante spaccato delle trasformazioni che hanno segnato la società italiana dal dopoguerra ad oggi, passando attraverso fenomeni come il Sessantotto, il femminismo, il ribaltamento dei valori tradizionali...

I nonni sono una finestra aperta sul mondo, mi hanno offerto il pretesto per una ricognizione e una riflessione sul nostro passato prossimo. I nuovi nonni fanno parte di una generazione fortunata che ha goduto di un periodo di pace e benessere senza precedenti, ha partecipato ai processi di modernizzazione della società, ma ha anche vissuto la contestazione, un periodo di utopie e sogni...

E oggi ?

Oggi sono più che mai protagonisti, ancora disponibili a dare molto, a mettersi in gioco con creatività e soprattutto con piacere. Anzi un nonno mi ha proprio detto: "Più ancora di un piacere, è una gioia", e la parola "gioia" è stata inserita infatti nel sottotitolo del libro. La mia grande sorpresa è stata quella di vedere il forte coinvolgimento emotivo, molto particolare, nei nonni maschi: da padri, presi dalla carriera o dalla politica, normalmente non avevano mai espresso tenerezza, gesti di concreta prossimità ai bambini e invece ora...

Ma anche i bambini oggi sono diversi

Sono bambini più competenti, che sanno tante cose del mondo, della natura, della scienza...apprendono molto dalla televisione. Ma hanno poca esperienza, non sanno mettersi alla prova, non sanno cosa vuol dire arrampicarsi su un albero o scavalcare una staccionata, per esempio. Hanno meno libertà, sono sotto il controllo continuo degli adulti che organizzano tutto il loro tempo. Non c’è niente di meno libero del cosiddetto tempo libero per i bambini di oggi.

In tutto questo come entrano i nonni?

Il nonno assicura ore indimenticabili, un tempo da condividere senza obblighi, giocando insieme, raccontando fiabe, leggendo un libro o magari facendo una passeggiata nei boschi, a contatto con la natura, un aspetto importante che manca oggi ai piccoli.

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Valeria Valeri: "Non rinuncio
al mestiere di nonna"

"Io ho interpretato, qualche volta, il ruolo di nonna sul set. Mi è capitato, lo ricordo, nella fiction per la tv, «La tassista», in cui ero la madre di Stefania Sandrelli, signora che, rimasta vedova, decide di rilevare la licenza del marito. In quella serie ero soprattutto la nonna di Bianca Guaccero, giovane attrice che sarebbe poi diventata famosa. Il mestiere di nonna però lo pratico soprattutto nella realtà poiché mia figlia mi ha resa nonna di due carissime ragazze, Isabella, di 18 anni e Veronica, più piccola, che di anni ne ha 9. Adoro essere la loro nonna, anche se svolgo questo ruolo in modo un po’ alternativo, essendo sempre in tournée. Amo coccolare Isabella e Veronica e trovo che quella di nonna sia una condizione invidiabile sotto molti punti di vista. Il sentimento che mi lega alle mie nipoti è senza dubbio puro e disinteressato. I nonni infatti non avendo più il ruolo stringente e difficile del genitore, possono amare in modo più sereno e donarsi completamente ai piccoli di casa. In verità diciamolo, è bello anche viziarli questi nipotini. Lo capiranno tutti coloro che vivono questa condizione e sono anche chiamati a curare i bambini, quando i genitori devono lavorare. Anche io poi mi faccio coccolare e le mie nipotine sono estasiate di avere una nonna di 87 anni ancora attiva sulle scene. Ora poi, con il musical «Portami tante rose» che mi vede in scena con molti tra i vincitori della trasmissione «Amici», sono circondata da tantissimi ragazzi e mi sembra di essere la loro nonna! E’ bellissimo".

(Testo raccolto da Sara Cerrato)

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