Cultura e Spettacoli
Giovedì 29 Gennaio 2009
Roberto Calasso, Re Mida delle parole
scritte e pubblicate
L'autore e presidente di Adelphi ospite della Fondazione Ratti a Como il 30 gennaio
L’editore e scrittore Roberto Calasso sarà ospite della Far, Fondazione Antonio Ratti, per il ciclo delle «Ratti Lectures 2008 - 2009». L’appuntamento è per oggi alle 21 in Lungo Lario Trento 9 a Como. Calasso terrà una conferenza dal titolo: «Intorno a Baudelaire». L’ingresso alla serata è libero fino ad esaurimento posti. Infotel. 031/233210/211, [email protected].
La parabola editoriale di Roberto Calasso è un susseguirsi di successi che hanno riportato l’editoria italiana in una sfera di qualità alta. In tempi in cui il best seller è più importante del libro ben scritto, del romanzo che affronta temi universali e li svolge con competenze affini, o del saggio che penetra i recessi storici e li illumina in un contesto veritiero, i libri della Adelphi sono facilmente distinguibili.
E non per le copertine sobrie che differenziano solo nel colore delle specifiche collane e nelle altrettanto sobrie illustrazioni, ma perché i contenuti evitano banalità di fondo o vacuità promozionali che alla lunga affondano il libro. Tanto vale dirottare nelle edicole certa produzione alla quale ormai quasi tutte le case editrici dedicano una collana, accanto al settimanale pettegolo o alle copertine lucide con le donnine discinte, lasciando alle librerie, sacrari artistici tristemente contaminati dalla mercenaria necessità commerciale, i libri che tali sono nel senso più concreto della parola.
Obiettivo qualità assoluta
Si dice che nessuno nasce con il mestiere in tasca, e questo vale anche per Roberto Calasso che editore lo è diventato per gradi, ma ha imparato talmente bene il mestiere che ora conduce con piglio rigoroso una sorta di campagna indirizzata unicamente sulla qualità dei testi proposti. Tale rigore ha radici negli studi praticati e nelle amicizie coltivate. Dopo il liceo classico e la laurea in letteratura inglese con Mario Praz, a soli 21 anni, scortato dall’amico e maestro Roberto Bazlen (uomo di grandi progettazioni culturali dotato di una straordinaria sensibilità linguistica) Roberto Calasso entrò nel tempio dell’Adelphi, la più prestigiosa casa editrice italiana fondata a Milano nel 1962 da Luciano Foà e da Roberto Olivetti, di cui nel 1971 diverrà direttore editoriale, consigliere delegato nel 1990 e presidente nel 1999.
La sua carriera va di pari passo con la pubblicazione e il successo di numerosi autori che sono colonne della letteratura mondiale. Alcuni nomi a caso: Herman Hesse il cui Siddharta è un long seller da svariati decenni, Tolkien, Konrad, Sandor Marai, Simenon, Nabokov, Kundera, Némirovsky, Canetti, Anna Maria Ortese, Manganelli, Faulkner, Hillman Cristina Campo, Cioran, Landolfi, Oliver Sacks, Sciascia, Morderai Richler, Nietzsche e tanti, tanti altri, che evidenziano anche indirizzi politici ben centrati, ma mai disgiunti dall’impegno operativo dell’azienda: qualità prima di tutto.
E se consideriamo che in soli quarantacinque anni di attività l’Adelphi ha messo su un catalogo di circa duemila titoli, tutti impreziositi dal suggello di un valore aggiunto che la critica ha sancito da tempo, non sfugge la dinamica operativa sempre più vessillo della letteratura pura, così come puro è il suo editore. E in tante iniziative spurie che si sommano vanificando il ruolo dell’editore di cultura che ormai sembra sparito definitivamente, Calasso può a buon diritto reclamare questo titolo, immerso com’è nella sua laboriosa officina.
Sposato ad una scrittrice raffinata come Fleur Jaeggy, Calasso sembra aver voluto costruire anche la sua famiglia su specifiche basi letterarie, in modo di avere una continuità con quella sorta di campus che è il suo ambito di lavoro dove ogni giorno il suo confronto con la cultura è antagonismo economico e elevazione paradisiaca nel bello della scrittura. Tanta attività non è passata inosservata, perciò ai successi come editore, si sono sommati quelli dello scrittore tradotto anche in America, terreno non facile per gli autori italiani, e in tantissimi altri paesi europei e latino americani.
I suoi libri sono contesi dai maggiori editori internazionali e questo conferma l’eccellenza di Roberto Calasso che sa tramutare in oro, novello re Mida, tutto quello che fa o tocca. Che abbia un segreto?
Chi lo conosce parla di discrezione e di impegno costante e assoluto, di tempo totalmente dedicato ai libri per scriverli o per pubblicarli. La sua attività di editore fa venire in mente i mitici protagonisti del Novecento italiano che dal nulla crearono imperi editoriali. Quello dell’Adelphi forse non è un impero (ancora), ma è senz’altro un regno di consistenti proporzioni e di notevole acume dove il buon governo favorisce soltanto i buoni libri.
Non stupisce pertanto che Roberto Calasso oltre ai tanti premi ricevuti per i suoi libri (ricordiamo il Bagutta e il Viareggio) abbia ricevuto anche tantissime onorificenze tra le quali spicca quella di «Chavalier de la Légion d’Honneur».
L’Italia, che spesso ha poche occasioni di essere orgogliosa di se stessa, penso che abbia in Calasso un esempio da imitare.
Francesco Mannoni
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