Cultura e Spettacoli / Erba
Sabato 27 Luglio 2013
Uno Shakespeare acerbo
Ma il Licinium lo grazia
Giovedì sera la prima de “La dodicesima notte”. Oggi l’ultima replica, domani “Erba alta in fior”. Strana la rilettura moderna di John Pascoe
Serata di debutto al Licinium, giovedì scorso, nell’ambito della settimana erbese dedicata a William Shakespeare.
Il pienone in platea ha completato l’aspetto ufficiale della serata, che è stata aperta dall’intervento del sindaco Marcella Tili, dell’assessore alla Cultura Franco Brusadelli e della presidente dell’Accademia dei Licini Luisa Rovida De Sanctis.
L’invito agli erbesi, fatto direttamente dalla prima cittadina, è stato di aderire con la stessa partecipazione anche ai prossimi eventi. Oggi l’ultimo spettacolo che concluderà le tre serate teatrali gratuite.
Domani la festa “Erba alta in fior” animerà la contrada di San Bernardino, mentre la sera ci si potrà sedere alla cena shakespeariana nel vialetto dei cipressi.
“La dodicesima notte”, trama brillante scelta quest’anno dall’Accademia, ha tenuto banco con i suoi intermezzi amorosi e piccoli equivoci fra amici. L’anfiteatro erbese, calato dell’atmosfera agreste della commedia ha espresso tutto il suo potenziale.
La scenografia basata su pochi, ma emblematici elementi vegetali, è stata senza dubbio la seconda grande protagonista della serata.
A fare da sfondo, insieme alle vere piante d’ulivo scelte per il bosco della corte, l’immagine della locandina, simbolo di questa notte shakespeariana. L’intreccio dell’opera ha beneficiato dalla rilettura in chiave moderna eseguita del regista britannico John Pascoe.
I ragazzi della corte di Orsino hanno indossato abiti moderni per partecipare a una svagata festa in villa. Questo ha permesso di mantenere intatta la forza dell’idea shakespeariana, quella che la vita può essere una gioiosa cavalcata nel nome dell’amore e dell’imprevisto.
Non a caso il sottotitolo dell’opera è “Come vi piace”, che nella versione del Licinium ha mantenuto tutta la sua centralità. La libertà, nelle passioni, come nei tormenti, è ancora il valore più importante, questo in definitiva il messaggio dell’opera.
In sintonia con questa linea, la compagnia ha puntato sui giovani attori non professionisti. Un impegno punteggiato da qualche acerbità, che il tono leggero dell’opera è riuscito ad armonizzare con il tutto.
Limpida e naturale la Viola di Daniela Italiano, per la prima volta brava protagonista in scena.
Con lei un convincente Simone Mauri impegnato in un personaggio dai tre alias Antonio, Malvoglio e il Capitano.
Più defilate ma non meno efficaci Marta Ossoli, con Olivia e Sabrina Rigamonti nei panni di Maria.
Applausi con qualche riserva
Il cast maschile era formato da un attore di scuola, Andrea Tebaldi per il conte Orsino, Davide Lorenzo Palla con Sir Toby Belch.
Stefano Pozzoli con Feste, alias Sebastian e Valentine ha introdotto l’ingrediente festoso essenziale per il registro comico. Il pubblico ha gradito ma con qualche riserva.
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