Viaggio tra spazio e fantasia
La “Scienza di Star wars”

Curioso appuntamento con l’atrofisico Luca Perri stasera al Planetario di Milano

Ma noi, noi che ci lanciamo sulle autostrade deserte di notte sperando di eludere il tutor, saremmo in grado di fare la rotta di Kessel in meno di dodici Parsec? Sapremmo pilotare da soli un’astronave complessa come il Millennium Falcon? Riusciremmo a dominare una spada laser? No, non quella con il tubo luminoso che si compra dal giocattolaio: una vera e genuina “lightsaber” da cavaliere jedi?

A queste e altre domande che sicuramente, nella vita, ci siamo posti tutti (beh, tutti gli appassionati di “Guerre stellari”) risponderà stasera Luca Perri. Dottorando in astrofisica all’Università dell’Insubria e all’Osservatorio di Brera, membro dell’Istituto nazionale di astrofisica e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, sviluppa tecnologie per telescopi e da oltre dieci anni si occupa di divulgazione. Stasera, martedì 20 agosto, alle 21 al Planetario di corso Venezia 57 a Milano, spiegherà “La scienza di Star wars”. Tutto quello che vediamo sul grande schermo ci appare plausibile, ma quanto siamo vicini alla realtà con la tecnologia a nostra disposizione?

Nella saga ideata da George Lucas nessuno si pone il problema della gravità a bordo dei mezzi spaziali, ad esempio, e si balza da un pianeta all’altro, magari dall’altra parte della “galassia lontana, lontana” in pochi secondi non solo con un taglio di montaggio, ma anche grazie al balzo nell’iperspazio. E c’è un aspetto da non sottovalutare: quanto la scienza ufficiale attinga (a livello di idee) dalla fantascienza. Ingresso a 5 euro.n 
A. Bru.

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