Cultura e Spettacoli
Mercoledì 04 Febbraio 2009
Villa Giulini, oltre il parco
storia segreta da scoprire
Il complesso di Como è entrato nel network "Grandi giardini italiani". Dal 2004 sostituite ben 2900 conifere. Il conte spiega a La Provincia i progetti per la valorizzazione del gioiello botanico
Dietro a un giardino c’è una storia da raccontare fitta di trame e personaggi che da lontano giungono intatti ai nostri giorni. Uno straordinario intreccio di arte, cultura e storia caratterizza i parchi del Belpaese che ogni anno trovano casa nel circuito d’eccellenza di Grandi Giardini Italiani fondato da Judith Wade. Il network che ha sede a Como tra le nuove entrate del 2009, presentate ieri al Circolo della stampa di Milano, vede il parco di Villa Giulini a due passi dalla città del Lario, Isola del Garda a San Felice Benaco (Brescia), il Giardino Botanico André Heller sul lago di Garda, il Giardino Reinhardt (Perugia), il sacro Bosco di Bomarzo (Viterbo) e il Giardino di Canalicchio (Sicilia). Il parco di Villa Giulini alle porte di Como fa parte della tenuta di Lazzago di proprietà della famiglia Giulini di Giulino dal 1836. Si compone di un primo nucleo costituito dalla villa seicentesca con giardino formale appartenuta a Papa Innocenzo X, una cappella gentilizia, una vecchia filanda e un borgo di edifici a corte del Settecento. Mentre il secondo nucleo comprende un castello con annesse alcune cascine che in passato fungeva da dogana per i passanti diretti in Svizzera. Nella parte degradante verso ovest si è sviluppato il giardino all’inglese, che presenta monumentali gruppi di Cedrus deodara, Cedrus atlantica e altre conifere di pregio, con percorsi sinuosi costruiti seguendo le regole del giardino romantico. A fare da cornice al tutto c’è un parco naturalistico in cui si alternano grandi prati aperti, boschi, filari monumentali e roccoli. Questa enorme tenuta verde ha visto passare nei secoli generazioni diverse e personaggi illustri, uno su tutti Benedetto Odescalchi (Como 1611-Roma 1689) eletto al soglio pontificio nel 1676 con il nome di Innocenzo XI e considerato un papa di spicco nel XVII secolo, per l’integrità morale e l’impegno contro l’avanzata turca, tanto che venne in seguito beatificato. Nella proprietà scorre un tratto del Seveso ancora pulitissimo dove si trova una briglia per deviare le acque voluta da Gian Galeazzo Maria Visconti. Il parco di Isola del Garda sulle sponde bresciane del lago è sicuramente un luogo benedetto dalla presenza dei santi che in passato vi dimorarono da San Francesco, che volle costruirvi un romitorio, a Sant’Antonio da Padova fino a San Bernardino da Siena. Con l’avvento dell’era Napoleonica l’isola divenne proprietà dello Stato e passò in seguito nella mani di varie famiglie, tra cui ultimamente i Borghese e i Cavazza. Questa lingua di terra punteggiata di essenze arboree del luogo e di fiori esotici solo ai primi del Novecento assume la fisionomia attuale con l’elegante e suggestivo palazzo in stile neogotico-veneziano. Sempre nel bresciano Gardone Riviera conserva intatto il giardino del Vittoriale degli Italiani così come lo volle Gabriele d’Annunzio che ne fece la sua ultima dimora. Il Vate negli anni Venti progetta nel dettaglio con l’aiuto dell’architetto Gian Carlo Maroni la scenografia degli interni della stravagante abitazione e i nove ettari verdi che all’esterno degradano verso il lago. Natura e arte si rivelano alleate nel comporre simbologie e prospettive curiose, esaltate dalla presenza di oleandri, palmizi, rododendri, acanti e molti cipressi e ulivi tra siepi di lauro e mirto. Ricorre ovunque il melograno che il poeta elegge a emblema di vita e nel frutteto viene celebrato nella scultura della Canefora di Napoleone Martinuzzi. Al Vittoriale si produce un ottimo olio, venduto in boccette a forma di calamaio per non dimenticare la dote principale di D’Annunzio.
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Da quest’anno il parco di villa Giulini (info: 031/521300) alle porte di Como fa parte del circuito d’eccellenza di «Grandi Giardini Italiani». Ne abbiamo parlato con Lorenzo Giulini di Giulino, membro dell’antica famiglia comasca che si prende cura della tenuta di Lazzago dal 1836 .
Ingegner Giulini, perchè avete deciso di entrare nel network di Grandi Giardini Italiani?
Speriamo di diventare una delle tappe d’obbligo per gli appassionati di parchi che frequentano il lago di Como e i gioielli verdi. Il nostro è un parco collinare che fa parte di un possedimento di famiglia protetto da vincoli ambientali fin dagli anni Sessanta. Ne fanno parte una villa del 1600 con un giardino formale e un giardino all’inglese circondato da parco naturalistico.
Che tipo di lavori avete svolto?
Dal 2004 stiamo investendo e lavorando assiduamente nel parco con la sostituzione di ben 2900 conifere, la creazione di nuovi laghi, la piantumazione di boschi e il nuovo progetto di valorizzazione globale della tenuta. Prevediamo inoltre la creazione di un nuovo frutteto ornamentale e di altri spazi aperti da adibire a percorsi didattici. Siamo seguiti da validi professionisti del settore come l’architetto Andreas Kipar, la Fondazione Minoprio, nostro partner dal 2007.
Quali altre iniziative avete previsto nel breve periodo?
Per il 2009 abbiamo deciso di istituire due borse di studio per paesaggisti patrocinate da «Grandi giardini italiani» e dalla Fondazione Minoprio.
St.Br.
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