Cultura e Spettacoli
Lunedì 26 Gennaio 2009
Willi e la Rosa Bianca
L'eroe "disobbediente"
Il 27 gennaio, in biblioteca a Como, la presentazione del libro su Graf e della sua opposizione al nazismo
Una storia di eroica disobbedienza, praticata con la sola arma delle parole, da parte di giovani cristiani che scelsero, lucidamente, di rinnegare un mondo di conformismo e di adorazione cieca del potere, ispirandosi a qualcosa di più nobile e alto. C’è questo e molto di più in «Willi Graf. Con la Rosa Bianca contro Hitler», il libro edito da Il Margine, che verrà presentato, il 27 gennaio, alle 20.30, nella Biblioteca comunale di Como. Introduce Grazia Villa, presidente della Rosa Bianca Italiana. L’occasione è ovviamente la Giornata della Memoria 2009 e si è scelto di celebrarla ricordando un evento meno conosciuto, nell’immane tragedia del nazifascismo e della Shoah. Paola Rosà, giornalista e scrittrice di Riva Del Garda, ha voluto raccontare, attraverso la biografia di Willi Graf, la breve ma esemplare esperienza della Rosa Bianca, la rete di oppositori del regime hitleriano, attiva tra ’42 e ’43, di cui lo stesso Graf fece parte e in nome della quale morì, decapitato, ultimo dei suoi compagni di lotta non violenta, il 12 ottobre del 1943. «Ho scelto di raccontare l’esperienza di Willi Graf e della Rosa Bianca – spiega Paola Rosà – perché si tratta di un esempio di come l’opposizione al totalitarismo possa nascere non solo tra chi da quel regime è perseguitato, ma anche da un gruppo di giovani appartenenti a famiglie "ariane" e conformiste. Ragazzi che, nel momento in cui formulavano, nella propria mente la consapevolezza del dissenso, indossavano, in molti casi, l’uniforme della Werhmacht. In nome di un ideale culturale e religioso, di una più alta e nobile visione dell’uomo, seppero però ribellarsi coraggiosamente, sacrificando le proprie vite». Quella della Rosa Bianca e dei suoi componenti, dallo stesso Graf a Hans Scholl, con sua sorella Sophie Scholl, senza dimenticare Christoph Probst, Alexander Schmorell e il professor Kurt Huber, tutti condannati a morte per decapitazione, dopo aver fatto attività di volantinaggio contro il Fuhrer, è dunque una vicenda ancora oggi di grande interesse. «Il mio approccio - spiega ancora l’autrice - non intacca il quadro consolidato sul personaggio ma lo rende semmai più “umano”, quotidiano, non posto su un piedistallo ma al contrario testimone di eroismo e di un’altra via alla resistenza, ancora valido per noi oggi».
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