Arresti domiciliari per il magnate russo
E il giudice sta valutando l’estradizione

Si trovava al Bassone dal 20 maggio: su di lui un mandato di cattura per bancarotta e truffa. Risiede a Gravedona e Uniti

La partita più importante, quella relativa all’estradizione, è ancora tutta da giocare. La vicenda del magnate russo Andrey Smyshlyaev, arrestato lo scorso 20 maggio a Como su mandato di cattura internazionale per bancarotta e truffa (mandato emesso dall’autorità giudiziaria russa), ha registrato nelle ultime ore un nuovo capitolo.

Il magnate quarantasettenne - che nel 2013 ha acquistato un’elegante proprietà al confine tra Mezzegra e Tremezzo, edificando una lussuosa villa da 300 metri quadrati per piano - è stato scarcerato ed ora si trova agli arresti domiciliari. Insomma, dopo quasi un mese ha potuto lasciare il carcere comasco del Bassone.

L’ultimo domicilio - secondo quanto si è appreso - sarebbe quello di Brenzio di Gravedona ed Uniti. La decisione della scarcerazione (con annessi domiciliari) è da attribuire alla quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano. Importante segnalare però che - come anticipato - non si è ancora conclusa la fase del procedimento al termine della quale i giudici dovranno decidere se dare l’ok o meno all’estradizione in Russia (il mandato internazionale è stato emesso dal Tribunale di Uta).

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