Arrivano i soldi dei frontalieri
Cinque milioni ai Comuni

Sarà la Provincia a distribuirli sulla base dei progetti

Non più tardi di giovedì, dopo l’annuncio del nuovo record di frontalieri impiegati in Ticino (67.900 il dato del terzo trimestre 2019, più 8% rispetto all’analogo periodo 2018), Lega dei Ticinesi e Udc erano tornate a chiedere con forza il blocco dei ristorni, che - va ricordato - rappresentano risorse di vitale importanza per Comuni, in primis i più piccoli e realtà di confine. Da Maslianico a Fino Mornasco, da Colverde fino a tutta la Valle Intelvi e l’Alto Lario.

Ieri, il presidente del Consiglio regionale, il comasco Alessandro Fermi , ribadendo che «l’accordo del ’74 (con la Svizzera, ndr) resta più che mai attuale, nonostante le dichiarazioni propagandistiche dell’Udc ticinese (e della Lega dei Ticinesi, ndr)», ha annunciato che quest’anno la quota di ristorni attribuita a Regione Lombardia è pari a 12, 517 milioni di euro.

L’anno di riferimento è il 2017. All’Amministrazione provinciale di Como, cui è destinata questa tranche di ristorni, andranno 4,701 milioni di euro. Toccherà poi a Villa Saporiti redistribuire sul territorio questa cospicua somma in base ai progetti presentati dai Comuni e finalizzati - così almeno sta scritto negli accordi transfrontalieri - a realizzare opere pubbliche volte ad agevolare i lavoratori frontalieri.

L’argomento è di stretta attualità, tanto che soprattutto il Governo di Bellinzona - dopo aver congelato 3,8 milioni di franchi per i debiti accumulati dal comune di Campione d’Italia - attraverso i ristorni conta di dare un segnale importante sia a Berna che a Roma.

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