Cabiate, addio ad Agostoni
Fondò la Scuola d’arte

Il ricordo del parroco, don Emiliano Gerli: «Ha lasciato un’impronta nella nostra comunità. Con le opere comunicava entusiasmo per la vita»

Cabiate ha dato ieri l’ultimo saluto a Filippo Agostoni. 91 anni, molto conosciuto sia per l’attività lavorativa nell’azienda di famiglia, che per le grandi capacità di pittore (cantore, soprattutto dei paesaggi della Brianza comasca) e di scultore.

«Energico e vitale, sino agli ultimi giorni -ricordavano i tanti cabiatesi presenti al funerale - Era molto legato alla famiglia e alla moglie Mariuccia Turati (venuta a mancare nell’estate dell’anno scorso) con la quale è stato sposato per 63 anni».

«Come artista ha lasciato un’impronta nella nostra comunità: un’impronta che non sarà mai cancellata - così ha aperto l’omelia il parroco don Emiliano Gerli che ha celebrato le esequie assieme al parroco emerito don Carlo Travaglino - L’artista vede la realtà e la ripropone, aiutandoci a cogliere aspetti che non sono immediatamente percepibili. Dio è il più grande artista». Al termine della messa, è stato letto un ricordo a nome dei parenti. Dove è stata “dipinta” la figura di Agostoni.

«Dotato di una grande perizia nel mondo del lavoro. Con la pittura voleva comunicare a tutti l’entusiasmo per la vita. Era amico degli “scalatori” brianzoli e di moltissimi artisti». Eppure si emozionava ogni volta che una sua opera veniva esposta. «Ho sempre paura di quello che può pensare la gente - confidava spesso nelle conversazioni con gli amici - Il giudizio degli altri può essere esaltante o distruttivo. I quadri devono per prima piacere a me, poi se vengono apprezzati dagli altri, mi fa piacere. L’elemento che sento di più nei miei quadri è il colore».

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