Carate Urio, violenza a una bimba
Dura condanna a una coppia

La sentenza: 12 anni e 8 mesi a lui, e 9 anni e 8 mesi alla compagna. La vittima narcotizzata prima degli abusi

Doppia, dura condanna venerdì 28 maggio a Milano nel processo istruito nei confronti di una coppia di fidanzati accusata di avere usato violenza nei confronti di una bimba in età prescolare, salvo poi utilizzare le immagini per realizzare una sorta di video “tutorial” per pedofili. L’autore delle violenze è un uomo di 31 anni di Carate Urio, condannato a 12 anni e 8 mesi; lei, la fidanzata, se l’è “cavata” - davvero per modo di dire - con una condanna a 9 anni e 8 mesi. Le sue generalità non possono essere riportate se non a rischio di rendere riconoscibile la bambina, alla quale la donna è legata da un rapporto di parentela. La storia è una di quelle difficili da scrivere, oltre che da credere: l’uomo era stato arrestato l’anno scorso di questi tempi dalla polizia postale di Milano, impegnata in un’inchiesta su una serie di traffici illeciti di materiale video e fotografico nella rete del cosiddetto “darknet”, le “catacombe” di internet accessibili non propriamente a tutti, uno spazio in cui prolifera ogni tipo di reato. Quando gli perquisirono casa i poliziotti trovarono qualcosa come 7mila foto e 3500 filmati dal contenuto pedopornografico ma, soprattutto, si imbatterono in quel video in cui l’uomo si cimentava in una violenza nei confronti di quella bambina in età prescolare, preventivamente drogata e quindi immortalata con l’ausilio di una telecamera Gopro. Il video sarebbe frutto di quattro aggressione sessuali, tre perpetrate all’interno di una mansarda, una quarta in una baita. Ed è qui che entra in gioco la fidanzata, che secondo la Procura di Milano - competente per questa tipologia di reati - non poteva non sapere, non poteva non essersi accorta, di più: forse, in una occasione almeno, poteva essere quantomeno nelle vicinanze del luogo in cui lui consumava quelle atrocità. Peraltro - ed è questo un altro degli aspetti più inquietanti di tutta questa storia ben oltre i confini dell’immaginazione - il video salvato sull’hard disk del pc dell’uomo - montato con immagini realizzate tra gennaio e novembre del 2019 - era stato congegnato per essere “piazzato” sul mercato della pedofilia internazionale a mo’ di tutorial: era stato anche predisposto un didascalico testo in lingua inglese, infarcito di «come vedete» e di «come potete vedere» per accompagnare le immagini. Di più: si era anche premurato di fornire la posologia esatta del narcotico da somministrare alle vittime, e di graduarlo in base all’età, allo scopo di impedire loro di conservare memoria di quello che accadeva: «Dopo trenta minuti sembrerà ubriaco. Dopo 60 minuti farà effetto». Per non dire della chiosa rassicurante (tranquilli, che in questo modo «non ricorderà nulla») o dei consigli utili a drogare anche eventuali adulti presenti in casa: «Vostra moglie dormirà benissimo e non si sveglierà per alcune ore». Quando lo arrestarono l’uomo provò a sostenere che in fondo non ci fosse nulla di male e che anzi proprio grazie a quel narcotico la bambina non si sarebbe ricordata di nulla. Venerdì 28 maggio la condanna, per lui e per la compagna.
(S. Fer.)

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