Cronaca / Lago e valli
Sabato 04 Maggio 2019
Centro culturale islamico a Pellio
La richiesta divide la Valle Intelvi
Alte Valle Intelvi: il portavoce della comunità conferma l’anticipazione de La Provincia: dateci una sede per pregare. Il sindaco Grandi: «Non ci sono i presupposti». E la Lega alza le barricate: «Scelta inopportuna»
La richiesta per aprire il centro culturale islamico della Valle d’Intelvi esiste ed stata regolarmente presentata al protocollo del comune di Alta Valle Intelvi. A confermare la notizia pubblicata ieri da «La Provincia” è uno dei referenti della locale comunità islamica.
«Sì, abbiamo presentato domanda e prodotto diversi documenti- dice a questo proposito - nella speranza che la richiesta possa essere accolta. Abbiamo anche individuato l’immobile nella frazione di Pellio Inferiore, nel centro storico. Dai primi contatti ci hanno riferito che esistono vari problemi di ordine burocratico -aggiunge- nel caso dovesse pervenire una risposta negativa da parte del Comune proviamo a ritentare in un altro centro della Valle Intelvi. Per noi un paese vale l’altro, naturalmente».
Contrario il sindaco Marcello Grandi che in una nota chiarisce: «In merito all’apertura del Centro Culturale Islamico i rappresentanti di tale comunità sono stati ricevuti dal sindaco in un incontro informale. Successivamente , l’amministrazione si è attivata per ottenere le informazioni in merito poiché, secondo quanto riportato nell’atto costitutivo, sembrerebbe più trattarsi di un luogo di culto che di un centro culturale. Dall’analisi delle informazioni raccolte tra le parti- conclude Grandi- ad oggi parrebbero comunque mancare i presupposti necessari all’apertura» .
Mario Colombo, segretario del Carroccio in Valle d’Intelvi, leghista di lunga data, già sindaco di Ramponio Verna e assessore in Provincia e attualmente consigliere di minoranza proprio nel comune di Alta Valle Intelvi aggiunge: «Da un punto di vista sociale un centro culturale islamico in Valle mi sembra inopportuno. In città è diverso. Nei piccoli centri rurali e montani è ancora radicata un certa cultura, radici ben salde e fede cattolica sono avvertite in maniera significativa».
L’articolo completo su La Provincia di sabato 4 maggio
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