Cronaca / Lago e valli
Martedì 21 Luglio 2020
«Ci hanno svuotato
il lago in sette giorni»
Vicinissimi allo zero
Sala Comacina: la media stagionale è di 93 centimetri Domenica 13 il livello era di 59,2, oggi siamo a 29,4
«In una settimana hanno svuotato il lago». La perentoria affermazione di un addetto ai lavori ben inquadra la nuova situazione d’emergenza che si va delineando giorno dopo giorno lungo rive, darsene e sponde dei Comuni rivieraschi.
I numeri certificano l’ennesimo saccheggio (ben remunerato) s’intende della preziosa acqua del Lario che - con i Comuni nel ruolo di spettatori paganti (visto che poi tocca ai sindaci mettere mano ai bilanci per ripagare i danni) - in una sola settimana ha lasciato sul campo 29,8 centimetri.
Il livello del lago - gestito e regolato dal Consorzio dell’Adda - in buona sostanza è calato di 4 centimetri al giorno e il trend negativo non sembra proprio attenuarsi, considerato che ieri in sole 7 ore il Lario è passato da 31 centimetri a 29,4 centimetri. E’ chiaro che a valle, visto anche il periodo, l’acqua serve per alimentare l’agricoltura di pianura, ma soprattutto il fiorente comparto dell’idroelettrico. Prova ne sia che ieri nel Lario entravano 117,3 metri cubi d’acqua al secondo e ne uscivano 226,2. Tutte le estati il copione si ripete, anche se 30 centimetri in meno in una settimana rappresentano un bilancio pesante da digerire per chi con il lago vive e lavora. Rispetto alla media stagione, il Lario è 64,4 centimetri più basso. Un dato questo che però tiene conto anche del picco toccato il 20 luglio 1987 - durante i drammatici giorni dell’alluvione in Valtellina -, quando il livello del lago toccò la quota record di 262,5 centimetri sopra lo zero idrometrico, invadendo tutto ciò che gli si parava dinnanzi.
Salvo qualche sporadico temporale, per i prossimi giorni non sono previste grosse precipitazioni. In questi anni, molto si è detto sulla necessità di intervenire a monte (tanto per rimanere in tema) del problema, ma la richiesta dell’Autorità di Bacino di contare di più attraverso un posto per il territorio nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio dell’Adda è sin qui caduta nel vuoto. (Marco Palumbo)
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