Da un lago di storie
arrivano best seller

In occasione dell’uscita, domani, della nostra rivista “Enjoy Como” la scrittrice chiavennasca Silvia Montemurro parla del “suo” Lario

Domani sarà in edicola, a 2,70 euro + il prezzo del quotidiano, la rivista bilingue di turismo “Enjoy Como” del quotidiano La Provincia. Nell’occasione, abbiamo chiesto ad alcuni scrittori e giornalisti di parlarci del proprio lago o del Lario letterario, dal proprio punto di vista (gli articoli sono presenti soltanto sul sito web). Iniziamo con Silvia Montemurro, nata a Chiavenna nel 1987. Lavora per la Pro Grigioni Italiano e collabora con il settimanale “Confidenze”. Il suo romanzo d’esordio, “L’inferno avrà i tuoi occhi” (2013), è stato segnalato dal comitato di lettura del Premio Calvino. Nel 2016 ha pubblicato il romanzo “Cercami nel vento”, che è stato tradotto in spagnolo e nel 2017 la trilogia “Shake my colors” (Sperling&Kupfer), anch’essa ambientata sul lago di Como. “La casa delle farfalle” (Rizzoli, 2018) è ambientato a Ossuccio. Pluripremiato, uscirà ad agosto in tedesco, edito dalla prestigiosa Piper Verlag.

di Silvia Montemurro

Se c’è una domanda che mi pongono sempre, è come si diventa scrittrici. Mi piace rispondere con una frase del mio primo maestro, Giulio Mozzi: con diligenza, impegno e disponibilità. Ho frequentato diversi corsi di sceneggiatura e scrittura creativa, ma ho sempre avuto, fin da bambina, una fantasia inarrestabile, anche grazie all’amore della mia nonna Anita, che raccontava per me fiabe sempre nuove. Ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo ambientandolo nel mio paese di origine, Chiavenna, ma mi sono subito accorta di come per me la montagna non avesse senso senza uno specchio d’acqua da ammirare, dall’alto o da vicino. Credo sia per questo che ho proseguito cercando posti per me più affini e arrivando ad amare così tanto il lago di Como.

Adoro scrivere di posti che conosco. Sono una persona molto curiosa, quindi mi piace intervistare la gente del luogo e informarmi più che posso, prima di iniziare a imbastire una storia. Per questo, per il mio ultimo romanzo, ho avuto la possibilità di visitare il museo della fine della guerra, di Dongo, e intervistare Wilma Conti, ultima partigiana del lago di Como. Grazie alla nostra chiacchierata ho potuto farmi un’idea più specifica di quello che successe nel periodo della seconda guerra mondiale tra partigiani e repubblichini. Lei stessa mi ha raccontato di come facesse la staffetta partigiana, rischiando molto per il bene del proprio paese.

Il lago è sempre stato il mio rifugio. Fonte di ispirazione e di sostegno nei momenti bui, mi ha aiutato più di una volta a ritrovare quella fiammella dentro di me che ogni tanto si spegne. Da Varenna a Bellagio, da Menaggio a Ossuccio, alla fantastica Isola Comacina, dove in parte è ambientata La casa delle farfalle, ogni posto mi lascia una sensazione di incanto e pace. Al lago di Como sono legata per motivi intimi e per una sorta di affinità anche con i suoi abitanti. Appena lavoro e impegni vari me lo permettono, scappo sulle sponde del lago per leggere, scrivere, o anche solo ammirare la bellezza del panorama. Posso dire di aver trovato una casa, un luogo scacciapensieri, come quello che cercava Anita nel mio ultimo romanzo.

Shake my colors è ambientato a Varenna e molte lettrici che non ci erano ancora state, dopo aver letto il libro hanno voluto visitarla. Alcune sono rimaste affascinate da come la descrizione del posto, riportata nel romanzo, faccia sembrare tutto più grande, ma in egual modo incantevole. Ho scelto Varenna, in quel caso, perché volevo un luogo che fosse a me caro, e fosse vicino al Castello di Vezio, protagonista di alcune scene del primo volume.

La casa delle farfalle, invece, vede in primo piano l’Isola Comacina e Ossuccio. La vicenda è ambientata tra presente e passato e ha come protagoniste tre generazioni di donne. Anita, nipote di Lucrezia, si ritroverà alle prese con alcuni segreti che la nonna le aveva sempre taciuto. Dovrà così rivalutare il suo rapporto conflittuale con la madre, Margherita. In tutto ciò c’è una struggente storia d’amore tra Lucrezia e Will, un ufficiale tedesco. Si entra nel cuore della seconda guerra mondiale e si arriva fino alla cattura di Mussolini. Al lido di Ossuccio mi è arrivata l’ispirazione per questa avventura, che non coinvolge solo una donna del luogo, ma anche un’intera famiglia giapponese. Quando ho presentato il romanzo a Ossuccio, sono rimasta colpita dal calore delle persone e dall’accoglienza impeccabile.

D’estate trovo sempre del tempo per andare a Rezzonico e farmi un tuffo nel lago da quella spiaggiola, che niente ha da invidiare a certe baie marine più conosciute.

Forse è superfluo aggiungere che, nonostante le origini, io mi senta un po’ figlia del lago e continuerò a lasciarmi ispirare da queste acque, ambientando sempre in questi posti i miei romanzi, che finalmente hanno trovato, come me, la loro vera casa.

TRADUZIONE INGLESE

Translation by Jiselle Elika Arcio and Vanessa Perez

If there is a question I have always been asked, that is how to become a writer. I usually choose to answer by quoting my first teacher, Giulio Mozzi: through dedication, commitment and flexibility. I have attended a number of screen and creative writing courses and have always had – even as a child – a vivid imagination also thanks to my grandmother Anita, who would regale me with ever-new fairy tales. As a setting for my first novel I chose my hometown, Chiavenna, but I immediately realized how meaningless the mountains were to me without a body of water to admire, be it from above or close up. I think this is what drove me to search for more congenial locations and I ended up falling in love with Lake Como.

I truly enjoy writing about places I am familiar with. I am inquisitive by nature and therefore, before getting down to work on my storyline, I like chatting with the locals and gathering as much information as I can. For my latest novel, I had the opportunity to visit the End of the War Museum in Dongo and interview Wilma Conti, the last partisan on Lake Como. By talking to her, I formed a clearer idea of what had happened between partisans and republicans during World War II. It was she who told me of how she became a “staffetta” – a dispatch rider – risking her life for her country’s sake.

Lake Como has always been my haven. A source of inspiration and support in my darkest moments, more than once it has helped me rekindle my inner flame, which tends to peter out from time to time. From Varenna to Bellagio, from Menaggio to Ossuccio and the wonderful Isola Comacina, where a part of my book La casa delle farfalle is set, each location bewitches me and impresses on me a sense of peace. For personal reasons, I feel a strong bond with Lake Como and a kind of affinity with its inhabitants. I hurry off to its shores to read, write or even just admire the beautiful landscape as soon as my work and commitments allow me to. I dare say I have finally found a home, a place where to forget my worries, just like the one Anita is looking for in my latest novel.

Shake my colors is set in Varenna and many of my female readers who had never been there chose to visit it after reading my book. Some were intrigued by the way the descriptions in the novel make everything seem much grander without in any way lessening the charm of the town itself. In that case, I happened to chose Varenna since I was on the lookout for a place that was both dear to me and close to the Castello di Vezio, the location of some scenes from the first volume.

La casa delle farfalle instead shines a spotlight on the Isola Comacina and Ossuccio. The narration occurs in both the present and the past and revolves around three generations of women. Anita, Lucrezia’s granddaughter, finds herself dealing with secrets her grandmother has always carefully guarded. As a result, she will reconsider her troubled relationship with Margherita, her mother. All this intertwines with the heart-rending love story between Lucrezia and Will, a German officer. The readers delve into World War II up to the time when Mussolini was caught. I found the inspiration for this adventure, which involves not only a local woman but also a whole Japanese family while staying at the Lido di Ossuccio. When I returned to Ossuccio to present the book, I was truly moved by the people’s warmth and the welcome they afforded me.

In summer, I always find time to go to Rezzonico and dive into the lake from its small beach, which is no way inferior to the much better known bays.

It may be needless to say, but in spite of my origins, I somehow consider myself a daughter of Lake Como. I will always feel inspired by its waters and will never tire of setting my novels here, where, just like me, they have at last found their true home.

Translation by Jiselle Elika Arcio and Vanessa Perez

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