«Frontalieri, condizioni disumane»
L’appello: «Stesse regole dell’Italia»

Il sindacato: «Nelle aziende dormitori improvvisati, assurdo con questa emergenza» - Il sindaco di Porlezza: « Rischio di contagio di ritorno» - La Blick: «Presto chiuderemo i confini»

Non bastassero anche ieri le code infinite in entrata e in uscita dai principali valichi del territorio - attese di oltre un’ora e mezza sono state segnalate, ad esempio, ieri mattina e dalle 17 sull’asse Oria-Gandria - da metà pomeriggio in poi si sono palesate alla voce “frontalieri” due durissime prese di posizione al di qua ed al di là del confine, che portano rispettivamente la firma del sindacato Ocst con il segretario cantonale Renato Ricciardi e del sindaco di Porlezza, Sergio Erculiani.

«La situazione del nostro cantone sta in queste ore degenerando. Ci riferiamo in particolare alle numerose aziende che in queste ore stanno mettendo in piedi dormitori improvvisati per i lavoratori frontalieri che non sarebbero accettabili in condizioni normali e men che meno in una situazione di seria emergenza sanitaria», scrive Renato Ricciardi nell’incipit di una durissima nota.

Il sindacato Ocst - che promette di denunciare l’accaduto anche alle autorità competenti - si chiede nel dettaglio da un lato «chi si prenderà cura della salute di queste persone che non hanno copertura assicurativa nel nostro Cantone» e dall’altro se «il sistema sanitario cantonale è pronto a sostenere un carico aggiuntivo di potenziali pazienti».

La soluzione, secondo Ocst, è una sola: «Fermare le attività non indispensabili per consentire di portare avanti esclusivamente i servizi strettamente necessari alla persona». «Alcune aziende lo stanno già facendo, ma sono troppo poche», scrive ancora Ricciardi.

Da segnalare, a questo proposito, che da oggi e sino al 29 marzo resterà chiuso il Fox Town di Mendrisio. Una decisione presa per «la salvaguardia della salute del personale» (molti i frontalieri impiegati) e per «le difficoltà che stanno incontrando i dipendenti in questi giorni sulle strade», queste le parole del patron Silvio Tarchini al Corriere del Ticino.

Nel pomeriggio, come anticipato, è poi arrivata la lettera del sindaco di Porlezza Sergio Erculiani indirizzata al prefetto Ignazio Coccia. Lettera in cui si parla «di grave situazione di pericolo per il territorio di competenza e quelli dell’intera zona interessata dal fenomeno del frontalierat». «Nel vicino Canton Ticino e, più in generale, in Svizzera le misure di contrasto alla diffusione del Covid-19 sono enormemente più limitate».

Da qui la legittima preoccupazione che «a fronte di alcune decine di migliaia di la0

0voratori italiani che, spesso, quotidianamente, varcano il confine, si palesi come fortemente probabile, se non certa, un’infezione di ritorno», scrive Erculiani. «Con una simile situazione si rischia, su un territorio che sta affrontando pesanti sacrifici (già prima dell’obbligo molti esercizi commerciali avevano deciso spontaneamente di stare chiusi), che tali eccezionali costrizioni siano totalmente vanificate».

Da qui l’appello al prefetto ad un intervento presso il ministero degli Esteri per tutelare «la salvaguardia della salute pubblica di questi territori» e «la condizione lavorativa dei frontalieri». Un segnale d’attenzione - lo definisce il sindaco - verso territori spesso dimenticati. Mentre sul fronte dei trasporti c’è da registrare il taglio delle corse del Tilo - che collega Ticino e Lombardia - sul fronte politico ieri sul tema frontalieri hanno chiesto attenzione il senatore Pd Alessandro Alfieri («Se nelle prossime ore venissero messi in campo controlli vessatori nei confronti dei frontalieri non staremo a guardare») e il parlamentare comasco della Lega, Nicola Molteni («Il Governo preveda tutele specifiche per i nostri lavoratori impiegati in Svizzera»). Una situazione monitorata con grande attenzione anche dal parlamentare lariano di Fratelli d’Italia, Alessio Butti.

La situazione resta di massima allerta. Ieri sera il quotidiano di lingua tedesca Blick ha annunciato che il Consiglio federale si starebbe preparando a chiudere i confini con l’Italia attraverso un’ordinanza con i crismi dell’urgenza a firma del ministro della Giustizia Karim Keller-Sutter. L’annuncio dovrebbe arrivare oggi. Da capire dunque con quali modalità i frontalieri potranno transitare dalle dogane (transito garantito, ad esempio, ai 4200 frontalieri impiegati nella sanità). L’ordinanza dovrebbe riguardare tutti i confini della Confederazione e non solo il Ticino. Si tratterebbe di un provvedimento deciso a maggioranza. Scettico - secondo quanto si è appreso - il ministro degli Esteri, il ticinese Ignazio Cassis.

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