Il boss Provenzano a Como
La trasferta nel processo a Dell’Utri

Le condanne per la “trattativa Stato-mafia” riportano d’attualità il presunto incontro a Sala Comacina

Como

«lo a Binnu forse lo vedevo più sperto (intelligente ndr)... ma non era cosi sperto come pensavo io. Perché se lui ci andava a Como, a truvari a chiddu vuol dire che era il più imbecille che esisteva». Binnu, per la cronaca, è il soprannome dell’ex capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, diventato il numero uno dopo l’arresto di Salvatore Riina. E a raccontare del viaggio in riva al Lario è proprio Totò “la belva”, nel corso di una chiacchierata avvenuta nel 2013 nel carcere milanese di Opera tra Riina e il boss della Sacra corna unita Alberto Lorusso.

Quell’intercettazione torna ora di grande attualità, dopo la sentenza con cui la Corte d’assise di Palermo ha sentenziato l’esistenza di una trattativa tra Stato e mafia come conseguenza delle stragi Falcone e Borsellino e gli attentati compiuti da Cosa Nostra a Roma, Milano e Firenze. Correvano gli anni 1992-1993.

Quella sentenza ha inflitto all’ex senatore di Forza Italia, nonché braccio destro di Berlusconi, Marcello Dell’Utri, 12 anni di carcere. Secondo i pubblici ministeri palermitani, che hanno visto la loro tesi riconosciuta con la sentenza della Corte d’assise, sarebbe stato proprio Dell’Utri l’uomo politico che il boss Provenzano avrebbe incontrato a Como. Motivo (sempre secondo l’accusa, bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per comprendere se è stata abbracciata anche dai giudici) l’ambasciata che Cosa Nostra voleva far pervenire a Silvio Berlusconi. L’incontro, sospettano sempre i magistrati palermitani, sarebbe avvenuto alla fine del 1993, quando l’ascesa del cavaliere verso il governo era ormai data per scontata.

A quel tempo Dell’Utri aveva una casa a Sala Comacina, acquistata un paio di anni prima e rivenduta poi nel 1999 quando il senatore decise di trasferirsi a Torno, in una villa in riva al lago che ha tenuto fino al 2012, quando la vendette per 21 milioni di euro a Silvio Berlusconi proprio alla vigilia della sentenza della Cassazione che annullò parzialmente la condanna a Dell’Utri.

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