Il ricordo di Tullio Abbate
«Il mio Schumacher
e quelle gite sul lago»

Tullio Abbate, il famoso costruttore di barche racconta l’amicizia con il pilota che compie 50 anni: «Non sapeva l’italiano ma si faceva capire benissimo»

Tremezzina

Agli auguri giunti ieri da tutto il mondo per i 50 anni di Michael Schumacher - il sette volte campione del mondo di F1 che da 5 anni sta combattendo una difficilissima battaglia dopo il grave infortunio sugli sci sulle nevi di Maribel - si sono aggiunti ieri quelli di un pilota e costruttore che il prossimo 19 luglio spegnerà 75 candeline.

D’altronde per Tullio Abbate, tremezzino doc, parlano le 9 mila barche costruite in mezzo secolo d’attività e che hanno solcato e solcano tutti i mari e laghi del mondo. Ha riavvolto per “La Provincia” il nastro di un’amicizia, quella con il campionissimo tedesco, nata tra le curve del circuito cittadino e tra gli yacht in rada in quel di Monte Carlo. «Era giovanissimo Michael Schumacher la prima volta che venne da noi. Lo invitai a pranzo e si innamorò del filetto cucinato in casa dall’Emilia. Tanto che ne portò in Germania mezzo chilo. Questo per dire che, dietro quel campione taciturno, c’erano già da giovane una sensibilità ed un’umiltà uniche, anche se non pronunciava una sola parola in italiano. Un tormentone poi proseguito negli anni della Ferrari, da quel che ho letto. Dialogavamo in inglese, maccheronico da parte mia, sempre puntuale da parte sua, ma ci intendevamo alla grande».

L’intervista completa su La Provincia di venerdì 4 gennaio

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Maxhighlander Maxhighlander

6 anni, 3 mesi

Michael Schumacher, al di là dei suoi indiscussi meriti sportivi, ci ha fatto conoscere il lato "umano" del popolo tedesco. A dispetto delle apparenze, infatti, Michael era molto più latino di quanto la gente sia portata a pensare dell'uomo medio "made in Germany". Guardiamo ad esempio l'incidente occorso nel '98 sul circuito di Spa (Belgio) dove il pilota Ferrari, nel tentativo di superare Coulthard tamponò in pieno il rivale. Al rientro ai box Michael era una furia e si fiondò nel box McLaren per cercare il suo rivale. A stento i meccanici dei due team riuscirono a trattenerlo dal compiere una rissa. Ricordo poi anche il tentativo sempre di Schummy di buttar fuori Villeneuve all'ultimo gp del '97 che decideva le sorti del Mondiale: anche in quel caso il tedesco, resosi conto di non riuscire più a tenere dietro la Williams pensò bene di speronarla. Morale: gara e Mondiale persi e azzeramento dei punti ottenuti in quella stagione. Anche l'addio dato a Maranello fu molto poco "british"

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