La morte dell’ex prof, martedì l’autopsia

Griante La salma di Severino Ronchi, 87 anni, messa sotto sequestro dopo i funerali. Indagini della Procura in corso Era stato curato per la caduta in casa al pronto soccorso di Menaggio e portato dopo sei ore all’ospedale Sant’Anna

Sarà effettuata martedì all’ospedale di Menaggio l’autopsia sul corpo di Severino Ronchi, 87 anni, ex docente di Biochimica all’Università degli Studi di Milano, deceduto lo scorso 7 dicembre all’ospedale Sant’Anna di Como per i postumi di una caduta in casa, la cui salma è stata poi posta sotto sequestro dalla Procura subito dopo la messa funebre in quel di Griante. Il tutto a seguito di un esposto giunto alla magistratura dai vertici dell’ospedale Sant’Anna.

Nelle ultime ore sono stati meglio delineati i contorni di questa vicenda che sin da giovedì pomeriggio - con i carabinieri di Tremezzina presenti in maniera discreta all’ultimo saluto prima di scortare la salma all’ospedale di Menaggio - ha rapidamente valicato i confini di Griante, paese che Severino Ronchi portava nel cuore e in cui risiedeva di frequente nella bella villa attigua proprio alla chiesa parrocchiale.

La vicenda

Secondo quanto si è appreso, il docente in pensione - nato a Brembate e che da qualche anno si vedeva sempre più di rado a Griante - sarebbe giunto all’ospedale di Menaggio in ambulanza nel tardo pomeriggio del 6 dicembre dopo la caduta accidentale in casa di cui abbiamo dato conto.

La prima diagnosi sarebbe stata quella di un trauma cranico. Le sue condizioni sono poi rapidamente peggiorate, tanto che poi dopo una Tac l’uomo sarebbe stato stabilizzato prima di essere intubato e trasferito qualche minuto prima di mezzanotte in codice rosso all’ospedale Sant’Anna di Como. È bene rimarcare questo aspetto perché i sanitari del pronto soccorso di Menaggio hanno fatto tutto il possibile nelle sole sei ore in cui l’anziano ex docente universitario è rimasto all’interno del nosocomio Erba-Renaldi.

Le condizioni sarebbero poi rapidamente precipitate. Tanto che il giorno successivo è avvenuto il decesso, le cui cause (venerdì si è parlato di un aneurisma aortico) saranno stabilite dall’autopsia, il cui relativo incarico è stato affidato ieri dalla Procura. Da capire ora quale decisione prenderanno la sorella (assente alla cerimonia funebre, pare per problemi di salute) e i nipoti di Severino Ronchi, che quale ultimo gesto d’amore verso il prossimo avevano dato il via libera all’espianto di una parte degli organi. Sarà loro facoltà nominare un esperto sempre in relazione all’autopsia.

Chiarezza

Nipoti che - stando al racconto di alcuni dei presenti - hanno accolto con comprensibile disappunto la notizia del sequestro della salma, salvo poi comprenderne le motivazioni, chiedendo alla Procura e ai carabinieri di Tremezzina che almeno la messa funebre potesse essere celebrata.

Ieri in paese c’era poca voglia di parlare. Sempre in base alle notizie filtrate, già mercoledì il feretro potrebbe poi essere tumulato nella cappella di famiglia a Griante, paese che Ronchi portava nel cuore (“una persona colta e garbata”, ricorda chi lo incontrava a passeggio), ma in cui si era visto di rado dall’inizio della pandemia in poi. Ora in molti attendono che sulla vicenda venga scritta la parola fine in tempi celeri.

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