Cronaca / Lago e valli
Sabato 19 Settembre 2020
La morte di Emilio Russo
Il dolore dei “compagni”
«Sempre con i deboli»
Buzzi: «Intellettuale brillante e intransigente. Sergio Simone: «Fino all’ultimo esempio di umanità». Beppe Calzati: «Amici nonostante le divisioni»
«Cinquant’anni della nostra storia volati via così», dice Gianstefano Buzzi di ritorno da Lezzeno, un paio d’ore dopo aver avuto conferma del ritrovamento della salma di Emilio Russo.
Amico e compagno in quel Pci in cui il professore mosse i primi passi all’inizio degli anni Settanta, Buzzi tiene a ricordare di Russo la personalità, espressione delle qualità di un partito che - dice - sapeva rappresentare un pluralismo straordinario: «Era un uomo di grande autorevolezza, sia dentro al gruppo dirigente del Pci sia nella società civile, e lo era a prescindere dagli incarichi politici che di volta in volta ebbe modo di ricoprire (fu tra l’altro consigliere provinciale dal 1974, poi consigliere comunale, assessore con Renzo Pigni e ancora consigliere regionale, ndr). Era autorevole perché era un intellettuale intransigente di una intransigenza che non venne mai meno, sempre coerente ai valori del cattolicesimo democratico che guardava al movimento operaio. Fino all’ultimo è stato convinto della necessità di essere accanto ai più deboli, penalizzati, diceva, da una globalizzazione i cui effetti si sarebbero potuti combattere soltanto se si fossero rimessi in campo gli elementi completi e autorevoli del socialismo».
Russo visse la pagina straziante - per quella sua generazione - del disfacimento del Pci e della faticosa metamorfosi che ne fu la conseguenza. «Abbiamo condiviso momenti belli e momenti brutti - ricorda Beppe Calzati, altro compagno di quell’epopea, oggi presidente dell’Istituto di storia contemporanea Pier Amato Perretta - Ci siamo anche scontrati spesso, spesso trovandoci su posizioni diverse, distanti, soprattutto quando si trattò di porre fine all’esperienza di quel partito... Ma nonostante tutto siamo sempre riusciti a mantenere il rapporto di amicizia profonda che rimaneva tuttora».
Con una breve nota diffusa nel pomeriggio di ieri anche “Articolo Uno” ha voluto rendere omaggio al politico cui si deve la costituzione del coordinamento provinciale di Como del movimento di Roberto Speranza: «Grande è il vuoto incolmabile che lascia Emilio Russo, tra i compagni di Articolo Uno, la sinistra tutta, i cittadini democratici, i tantissimi amici e persone che lo stimavano e gli volevano bene, i numerosissimi studenti che lo hanno amato come si ama un maestro vero, come lui amava loro». Ad Articolo Uno fa eco la federazione provinciale del Pd: «Tutti noi ricorderemo il caro Emilio come persona sinceramente coinvolta nella ricerca del bene comune e dell’interesse della collettività. Il suo impegno, la sua dedizione e la sua visione resteranno come una luce e un esempio da seguire. Tutto ciò mancherà molto alla scena politica, come mancherà la sua cultura profonda che metteva a disposizione del prossimo».
Così, invece, Sergio Simone, sindaco socialista dal 1985 al 1988: «Con Emilio Russo perdo un amico e compagno. Mossi dagli stessi ideali, abbiamo percorso strade diverse e a volte contrapposte, per ritrovarci in tarda età, almeno per me, a condividere pensieri e battaglie politiche. Il ritratto di Emilio è nel suo ultimo comunicato, quello redatto per l’uccisione di don Roberto Malgesini e trasmessoci solo qualche ore prima della disgrazia. La sua umanità: il suo ultimo pensiero è stato per gli ultimi “quelle centinaia di persone, scriveva, abbandonate a se stesse” , il suo rifiuto “al clima di scontro e di odio che si è andato determinando” e infine il richiamo all’impegno politico senza infingimenti, con coraggio e se occorre, anche contro corrente: “Le Istituzioni e i Partiti, locali e nazionali sono chiamati a fare la loro parte. Non nascondiamoci che la politica verso l’immigrazione (ius soli, decreti sicurezza ecc.) è un grande buco nero di questo governo.” Ecco: Emilio Russo - conclude Simone - è stato per tutti noi un sicuro riferimento non solo politico, ma anche di umanità e solidarietà».
S. Fer.
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