Cronaca / Lago e valli
Venerdì 09 Aprile 2021
Lo storico parroco sconfitto dal Covid
«Sapeva valorizzare il buono di ognuno»
Don Luigi Zoni aveva 80 anni e per 21 aveva guidato le parrocchie di Lurate e Castello . È spirato ieri al Circolo di Varese
Vinto dal Covid è morto don Luigi Zoni, “storico” parroco di Lurate e di Castello. Aveva ottant’anni e da un paio di settimane era ricoverato al di Circolo di Varese, dove è spirato ieri alle 11.
Ordinato sacerdote il 13 marzo del 1965, da quell’anno al 1967 fu vice rettore del Collegio di Porlezza, dal 1967 al 1982 vicario parrocchiale a Muggiò – San Pietro. Dal 1995 al 2016 parroco a Lurate (parrocchia di San Luigi) e dal 1999 anche della parrocchia di San Martino di Castello. Dal 2016 era residente a Cairate dove domani alle 11 verranno celebrati i funerali.
La notizia della sua morte ha suscitato profondo dolore in paese, dove era molto conosciuto e stimato. Ha lasciato il segno, oltre che in parrocchia, anche alla scuola dell’infanzia e nel Corpo musicale Santa Cecilia di cui era presidente. Stasera, alle 20.30 nella chiesa di Lurate, si terrà una veglia presieduta dal suo successore, don Flavio Riva, che lo ricorda con affetto: «L’avevo incontrato nel dicembre 2019 quando era venuto a Lurate a celebrare un matrimonio e a metà luglio quando era stato ospite a pranzo da una famiglia. Era rimasto legato alla comunità».
Addolorato il sindaco Anna Gargano : «Ci siamo trovati subito. Ci guardavamo negli occhi, lui faceva il suo sorriso e ci si capiva. Veniva in Comune volentieri e, anche quando passava a casa per l’annuale benedizione, si intratteneva cordialmente. Si era costruito un bel rapporto personale e di collaborazione. Insieme abbiamo risolto diversi problemi».
«Don Luigi era di indole buona – afferma il vicesindaco Isabella Dominioni – Nei ragazzi riponeva sempre fiducia e coglieva il buono da ognuno. Gli piaceva stare con le persone e partecipava attivamente ai momenti di comunità. Un uomo umile a cui poco importava apparire. Il suo ricordo lo porterò sempre con me».
Una gran perdita per i “suoi” ragazzi dell’oratorio: «Risplenda così la vostra luce davanti agli uomini, affinché, vedendo le vostre buone opere, glorifichino il Padre vostro che è nei cieli”. Chi ti ha conosciuto sa riconoscere il tuo volto in queste parole. Per molti anni sei stato il nostro Don, accompagnandoci nei momenti felici e in quelli pieni di difficoltà. Tu eri sempre lì, capace con uno sguardo di comprendere ognuno di noi. Spesso abbiamo sentito questa frase quando chiedevamo la tua opinione: “Se mi metto a dirvi come dovete fare le cose, non imparerete mai a farle da soli e vi piacerà di meno”. Questa frase ci ha reso grandi e ha reso grande l’oratorio».
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