Maternità, la rivolta di Gravedona

Una lettera dei sindaci a difesa del Moriggia Pelascini mentre Chiavenna raccoglie firme

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, si dice disponibile a recepire ulteriore documentazione e nuovi elementi istruttori da parte di Regione Lombardia per investire tempestivamente il Comitato per una nuova valutazione sulle deroghe da concedere ai reparti con meno di 500 parti annui.

In Alto Lario, tuttavia, si teme un possibile braccio di ferro con Chiavenna per il mantenimento di uno solo dei due punti nascita. I numeri sono a favore di Gravedona, ma con la recente riforma sanitaria il territorio è passato con l’Ats di Sondrio e c’è chi teme che l’Azienda punti a tutelare il proprio ospedale a scapito di quello in provincia di Como, che pur essendo ospedale generale di zona accreditato, rimane pur sempre privato.

In Valchiavenna, inoltre, è già partita una mobilitazione generale in difesa della propria maternità, con gli amministratori locali che hanno fatto subito quadrato promuovendo una massiccia manifestazione di protesta per sabato e oltre 5 mila firme già raccolte nei mesi scorsi. «L’appartenenza del territorio all’Ats della Montagna rappresenta una risorsa e non un danno – interviene il consigliere regionale Dario Bianchi, che assieme al collega Francesco Dotti è stato il più convinto sostenitore dell’accorpamento del lago con Sondrio per quanto concerne la sanità – Se verranno concesse deroghe, infatti, sarà proprio in virtù delle caratteristiche del territorio. La questione dei tagli ai reparti neonatali con meno di 500 parti annui si trascina dal 2010 e, se non fossimo nell’Ats di Montagna, avremmo molte meno possibilità di uscirne indenni».

Se Chiavenna si mobilita, l’Alto Lario cosa fa? «A livello istituzionale ci siamo attivati per scongiurare il pericolo di chiusura della maternità di Gravedona – assicura il presidente della Comunità montana, Mauro Robba – Con il sindaco di Gravedona ed Uniti, Fiorenzo Bongiasca, è stato preparato un documento che verrà sottoscritto da tutti i primi cittadini e dai consiglieri regionali del territorio».

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