Morto nella sua casa
Sorico, rimane il giallo

Disposti accertamenti per valutare la natura dei lividi sul corpo dell’uomo trovato senza vita

Sono soprattutto i lividi che il medico legale e i carabinieri del nucleo operativo di Menaggio hanno trovato sul suo corpo, a insospettire gli inquirenti. Segni di traumi, forse dovuti ad una caduta (o, meglio, a diverse cadute visti che i lividi erano più d’uno) o, forse, di percosse. In quest’ultimo caso il mistero della morte di Arno Sandrini potrebbe trasformarsi in un’inchiesta per omicidio.

Si è svolta ieri pomeriggio l’autopsia sul corpo del cinquantenne, celibe, trovato senza vita nella camera da letto del suo appartamento di Nuova Olonio, abitazione che si trova vicino a quella del fratello. Sandrini - un terzo fratello, Alfredo, fu ucciso a colpi di arma da fuoco nel 2014 sulla ciclabile tra Gera Lario e Domaso per un debito di droga - è stato trovato dal personale del centro psicosociale, dove il cinquantenne era seguito da tempo. Preoccupati per non averlo visto a un appuntamento, si sono presentati a casa sua senza ricevere risposte. Quindi hanno atteso il rientro a casa del fratello per farsi aprire la porta e, una volta nell’appartamento, hanno trovato il corpo riverso a terra in camera da letto. L’uomo era ferito a un polpaccio, ferita che però non è certamente la causa della morte. Ma, soprattutto, presentava diversi lividi incompatibili con un’aggressione a mani nude, ma che potrebbero in qualche modo essere stati provocato anche da un oggetto.

Per chiarire il mistero il pubblico ministero, Antonio Nalesso, ha disposto l’autopsia nonché una consulenza su eventuale presenza di dna sul corpo e di tracce in casa utili all’inchiesta.

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