Pescato un altro siluro (di sei chili)
«Uccidono il nostro lago»

Tremezzina: le catture si susseguono e i pescatori sono preoccupati

«Stanno cominciando a diventare troppi i predatori all’interno del nostro lago. Mi riferisco in particolare al siluro. Nelle reti, la scorsa settimana, ce n’era uno dei sei chili e duecento grammi. Il doppio di quelli che pescavamo lo scorso anno. Segno che si sono ambientati al meglio nel Lario. E questo non va bene». Parole di Livio De Angeli, pescatore professionista dal ’97, residente a Tremezzina.

Nel 2018, i dati sul pescato parlano alla voce “siluro” di mezza tonnellata di esemplari “prelevati” dal Lario, il doppio del 2017 (nel 2015 il dato era di soli 4 chili), che nei Paesi dell’Est Europa ha un suo appeal, ma che qui non ha grandi chance sulle tavole. «Sono sempre in cerca di pesci da predare e rispetto agli altri predatori, cito su tutti il luccio, non hanno una zona “di caccia” ben definita. Li trovi a riva, al largo, ma anche sui fondali. Non passa giorno senza trovare nelle reti qualche pesce mangiucchiato - osserva ancora Livio De Angeli -. E’ un problema da affrontare a stretto giro. Basta scorrere le immagini su internet per vedere che i siluri raggiungono peso e dimensioni importanti. Significa dunque mettere a rischio i già delicati equilibri del nostro lago».

Scrive in una relazione Carlo Romanò, già tecnico ittico della Provincia e oggi all’Utr Insubria: «Negli ultimi quindici anni a dichiarare guerra al siluro ci hanno provato un po’ tutti: Parchi, Province e ultimamente la stessa Regione. In molti casi sono stati rimossi quantitativi di pesce siluro decisamente importanti. Però il reticolo idrografico regionale è vastissimo, lo sforzo di cattura richiesto è enorme e le risorse economiche sono limitate e discontinue».

L’articolo completo su La Provincia di venerdì 10 maggio

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