Precipita sui monti con il parapendio. Morto il gestore del rifugio “Venini”

Tremezzina Non ce l’ha fatta Simone Barbetta, 57 anni di Menaggio, ma nato ad Ardenno. Per un testimone, turista tedesco, avrebbe cambiato rotta all’improvviso. Indagano i carabinieri

È morto alle 18.15 all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, dov’era giunto con l’elisoccorso di Milano, Simone Barbetta, 57 anni compiuti la vigilia di Natale, nativo di Ardenno, ma residente a Menaggio.

Si è purtroppo chiuso in modo tragico un pomeriggio che voleva rappresentare per lui - storico gestore del Rifugio “Venini” sopra Lenno (15 gli anni di attività) e da quest’anno gestore anche dell’Alpe di Colonno - un momento di svago col parapendio, dall’alto di quei monti che conosceva palmo a palmo e che aveva contribuito a far conoscere con quel rifugio divenuto uno dei simboli del territorio.

La dinamica

Toccherà ora ai carabinieri di Tremezzina guidati dal maresciallo Paolo Lo Giudice - intervenuti sul posto con i colleghi di Alta Valle Intelvi, i carabinieri forestali di Pellio Intelvi ed un agente della polizia provinciale - ricostruire nel dettaglio l’accaduto.

Decisiva sarà la testimonianza di un turista tedesco che avrebbe visto quel parapendio volteggiare a lungo e sicuro sopra quel rifugio che - come detto - ha rappresentato una parte importante della sua vita per poi cambiare improvvisamente direzione e schiantarsi a terra, a circa 100 metri dal “Venini” andando verso il Crocione.

I soccorsi sono stati prontamente allertati.

Pare che con lui - su un altro parapendio - ci fosse il figlio Francesco di 26 anni (che peraltro a metà pomeriggio ha postato un breve video del volo vista lago su Instagram). L’allarme è scattato poco dopo le 16.30. Insieme all’elisoccorso di Milano, sono state allertate anche due squadre della stazione Lario-Occidentale e Ceresio del Soccorso Alpino nonché i vigili del fuoco del Distaccamento di San Fedele d’Intelvi.

Secondo le informazioni sin qui filtrate, Barbetta - figura molto conosciuta sul territorio - sarebbe stato a lungo rianimato in posto per poi essere trasferito in “codice rosso” (massima gravità) all’ospedale Sant’Anna di San Fermo, dove alle 18,15 è giunta la notizia del decesso.

La parola passa ora alle indagini. Il parapendio - peraltro secondo quanto si è appreso - è stato posto sotto sequestro.

Le indagini

Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Simone Pizzotti. Da capire se a provocare lo schianto sia stato un malore oppure un problema tecnico o ancora un vuoto d’aria o una raffica improvvisa. Tantissime le testimonianze di affetto e cordoglio giunte alla moglie “Bibi” (come è conosciuta a Menaggio) ed ai figli Francesco, che da quest’anno sotto lo sguardo attento di papà Simone aveva intrapreso la nuova avventura lavorativa all’Alpe di Colonno e Stefano, 24 anni, che lo affiancava al “Venini”, punto tra i più gettonati a quota 1570 metri della dorsale occidentale del lago e che peraltro ospita anche la sede montana del gruppo alpini di Lenno.

Simone Barbetta ha legato inscindibilmente il suo nome anche alla caccia e in particolare a quella di ungulati, lui che si era fatto notare per l’abilità anche nell’addestramento dei cosiddetti cani “da sangue” per il recupero ungulati feriti.

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