Cronaca / Lago e valli
Mercoledì 24 Giugno 2020
Salvacuore d’avanguardia
Un intervento da primato
Gravedona: impiantato al Moriggia per la prima volta in Lombardia Il primario Belli: «Il paziente, 58 anni, sta bene e presto sarà dimesso»
All’ospedale di Gravedona è stato impiantato il primo defibrillatore biventricolare Cobalt in ambito regionale. L’intervento è stato effettuato dall’equipe del dottor Roberto Chianca, responsabile dell’elettrofisiologia dell’Unità di cardiologia del Moriggia Pelascini su un soggetto affetto da severa insufficienza cardiaca. Il Cobalt è un dispositivo di ultima generazione che ha ottenuto il marchio CE: è in grado di monitorare il ritmo cardiaco e trattare in modo tempestivo i gravi disturbi che derivano da scompensi e possono condurre anche alla morte per arresto cardiaco; stimola inoltre il cuore in maniera tale da ridurre i sintomi dei pazienti affetti da scompensi.
La nuova generazione di dispositivi Cobalt impiantabili è dotata di funzioni in grado di adeguarsi minuto per minuto alle esigenze della persona; l’impianto è del tutto indolore e poco invasivo e limita il rischio di nuova ospedalizzazione, garantendo anche un maggior margine di sopravvivenza del paziente. Un aspetto altrettanto importante è la possibilità di comunicare i dati del soggetto sottoposto ad impianto attraverso un’app mobile: la gestione dei pazienti avviene così anche senza rapporto diretto con un monitoraggio remoto.
Il primario dell’Unità di cardiologia, Guido Belli: «Siamo una struttura che cerca sempre di utilizzare tecnologie all’avanguardia per garantire il miglior trattamento e le migliori opzioni terapeutiche. Anche in questo periodo di emergenza la nostra Unità non ha mai smesso di fornire assistenza ai pazienti, garantendo una pronta disponibilità per tutte le urgenze cardiologiche, con percorsi separati nel caso di infezione o possibile pregressa esposizione al virus Covid-19».
« Per quanto riguarda l’impianto del defibrillatore Cobalt, l’intervento è perfettamente riuscito - conclude Belli - Il primo paziente impiantato, che ha 58 anni, sta bene e verrà presto dimesso». (Gianpiero Riva)
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