Scuole medie, arriva la settimana corta. I genitori sono sorpresi: «Siamo stati ignorati»

Dongo Proteste per la decisione presa e timori sul possibile aumento dei costi legati alla mensa. Il preside: «Così migliore utilizzo del tempo e risparmio sui costi con la chiusura di sabato»

Viene istituita la settimana corta alla scuola media, ma i genitori non sono stati chiamati a esprimere il proprio parere con il classico sondaggio e un gruppo di loro ha scritto una lettera che gira in forma anonima, ma che qualcuno assicura sia stata indirizzata al dirigente provinciale. Già quattro anni fa una proposta di settimana corta (cinque giorni con due rientri pomeridiani e sabato libero) era stata bocciata dalle famiglie con il sondaggio. «I docenti, all’epoca, si erano espressi a favore della settimana lunga, ritenendola “didatticamente più adeguata per gli alunni delle medie – si legge nella missiva – mentre ora viene addirittura imposta la settimana corta avvisando i genitori giusto in tempo per le iscrizioni».

«Non esiste l’ obbligo di interpellare i genitori – ammettono gli autori della missiva – ma le famiglie, nel gennaio 2022, avevano iscritto i propri figli firmando in una scuola che prevedeva un orario settimanale su sei giorni e ora si ritrovano a subire un cambiamento non indifferente deciso da chi, nel 2019, aveva fatto di tutto per mantenere la settimana lunga». Tra le famiglie contrarie c’è anche preoccupazione per i possibili aumenti di costi legati alla mensa e il trasporto per il rientro pomeridiano. «La mensa costerà circa 350 euro ad alunno e anche i costi del trasporto, presumibilmente, aumenteranno. Se la scelta è legata di ottenere qualche iscrizione in più, non si raggiungerà comunque l’agognata soglia dei 400 alunni e un eventuale accorpamento con altro istituto cambierebbe ben poco, in concreto, la situazione».

E concludono con rammarico: «Con due pomeriggi impegnati, invece, verranno meno le attività extracurricolari. Questo, ovviamente, è il pensiero di una parte di genitori, ma la scuola non ha voluto considerarlo».

Il dirigente scolastico Samuele Tieghi e il presidente del consiglio d’istituto, Francesco Motti replicano così: «La scelta della settimana corta è stata determinata da una serie di fattori, tutti importanti: in primo luogo dalla riorganizzazione dell’istituto in funzione di un migliore utilizzo del tempo scuola, con possibilità di usufruire del sabato libero da trascorrere in famiglia; poi dalla possibilità di frenare il drenaggio di iscrizioni verso altri istituti che offrono simili proposte, in considerazione del forte regresso demografico; da non trascurare, infine, il risparmio in termini di costi gestionali della scuola con la chiusura il sabato». «Se rispondere a una lettera anonima è un po’ imbarazzante – proseguono Tieghi e Motti – ci offre tuttavia l’opportunità di sottolineare che alla scuola non è mai pervenuta alcuna segnalazione ufficiale di protesta o di critica rispetto alla scelta adottata. Scelta che, ricordiamo, non prevede l’obbligo di un sondaggio per le famiglie e resta di competenza degli organi collegiali».

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