Cronaca / Lago e valli
Sabato 12 Dicembre 2020
Stefano sale su Luna Rossa
«Il mio drone per vincere»
Gera Lario: Baruffaldi, 35 anni è l’addetto alle riprese dall’alto delle regate «Le immagini servono a tecnici e velisti per migliorare le prestazioni»
Un altolariano su “Luna Rossa”. Stefano Baruffaldi, 35 anni, di Gera Lario, è l’addetto al drone che segue dall’alto la barca in mare aperto. Un compito che, alla luce della tecnologia ormai esasperata della Formula Uno del mare, è diventato di un’importanza fondamentale.
Le regate in vista della Coppa America prenderanno il via giovedì 17 dicembre e determineranno gli abbinamenti per la “Prada Cup challenger selection series” di gennaio e febbraio, da cui uscirà il nome dello sfidante di New Zealand per l’atto conclusivo a partire dal 6 marzo.
«Sono super motivato – fa sapere dalla Nuova Zelanda Stefano – Mi sono ritrovato qui un po’ per caso e mi voglio giocare fino in fondo questa opportunità. E’ tutto bellissimo, emozionante e non oso pensare a quando saremo in gara». Un anno fa gli era stato chiesto di girare delle immagini con i suoi droni da gara per un’azienda milanese e in attimo si è trovato su Luna Rossa Prada Pirelli: «Non lo sapevo, ma quelle immagini servivano per la pubblicità degli occhiali di Prada e così mi sono ritrovato a Cagliari nella base del team – racconta il diretto interessato – Il terzo giorno di riprese Max Sirena, lo skipper, mi ha visto maneggiare il drone e mi ha chiesto se volevo lavorare per loro. Inutile aggiungere che ho accettato. Come avrei potuto rifiutare l’offerta di vivere l’avventura della Coppa America? Dal 7 gennaio ho assunto il ruolo di operatore drone e aiuto reparto elettronica. In mare rincorro la barca con droni anche costruiti da me per girare immagini che verranno usate per video pubblicitari, ma soprattutto per analizzare e perfezionare le performance: immagini che vengono insomma studiate dai tecnici e velisti per migliorare le tecniche di conduzione della barca. E’ un passaggio fondamentale – aggiunge Stefano – perché un’imbarcazione di Coppa America dev’essere perfetta per toccare velocità mostruose e nulla può essere lasciato al caso».
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