Cronaca / Lago e valli
Mercoledì 27 Maggio 2020
Tremezzina, a messa con il piattino
Per fare la comunione in sicurezza
Don Italo Mazzoni ha invitato i fedeli di Lenno e Isola Comacina a portarlo da casa in vista del ritorno alle celebrazioni da sabato 30 maggio
Per Lenno e Isola di Ossuccio, la ripresa delle messe vigilari (a Lenno il primo appuntamento è per le 16.30 di sabato 30 maggio) segnerà anche un’importante novità, legata proprio alla distribuzione della comunione, dettata dal parroco don Italo Mazzoni. «Nelle parrocchie di Lenno e di Ossuccio la comunione verrà data su un piattino da tazza di caffè, che ciascuno dovrà portare da casa», come si legge sul notiziario settimanale delle due parrocchie. Piattino che «dovrà essere un manufatto dignitoso e simbolicamente adatto per esprimere il valore della cena». Il trait d’union tra sacerdote e fedele sarà un tavolino con tovaglia. «Anzitutto mi sono posto il problema di come rispettare il senso della eucaristica e parallelamente di come poter consegnare dalla mia mano ad un’altra mano senza toccare la mano del fedele che viene a ricevere la comunione - sottolinea don Italo Mazzoni - È vero che l’indicazione prudenziale è quella di evitare la comunione in bocca e dare la comunione sulla mano. Ed è altrettanto vero che daremo la comunione muniti di guanti e in piena sicurezza. Bisogna però tener conto di situazioni, ad esempio quelle di alcuni anziani che fanno fatica a tendere il braccio per problemi vari, con annesso rischio di toccare con la mano un’altra mano. Ho pensato che tra sacerdote e fedele ci sta bene un tavolino di mezzo, alla distanza dal sacerdote di un metro. Dall’altra parte arriva così il fedele con il piattino, lo appoggia, io appoggio l’ostia mentre lui si ritrae per un metro circa, il fedele prende il piattino, si mette leggermente di lato e fa la comunione. In questo modo, che è un po’ il modo con cui anche la liturgia tratta l’eucarestia (il riferimento è all’ostia del sacerdote appoggia su un piattino di metallo, la patèna, ndr), il piattino inserito nel linguaggio liturgico della cena ha una sua dignità».
Intanto martedì 6 maggio i sacerdoti del vicariato si sono sottoposti a tampone,«in virtù del fatto che incontriamo tante persone e dobbiamo avere una sicurezza, soprattutto quando si tratta di dare una comunione eucaristica».
(Marco Palumbo)
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