Cronaca / Lago e valli
Domenica 20 Ottobre 2019
Vaccino del papilloma, firma comasca
Nesso fa benemerita la sua scienziata
Il personaggio L’amministrazione consegna il riconoscimento al medico Luisa Lina Villa
La partecipazione è stata così ampia che molte persone sono rimaste in piedi nella pur capiente palestra polifunzionale di Lissogno, per l’occasione trasformata in auditorium, per assistere alla consegna della benemerenza civica alla dottoressa Luisa Lina Villa, nata a Nesso ma emigrata fin da bambina al seguito della propria famiglia in Brasile.
Alla dottoressa Villa, il cui curriculum occuperebbe molte pagine, l’amministrazione guidata dal sindaco Massimo Morini ha voluto attribuire il riconoscimento della benemerenza civica per i suoi studi che, svolti presso l’Università di San Paolo del Brasile, hanno portato alla scoperta del vaccino contro il papilloma virus umano, conosciuto in medicina come hpv. Sessantotto anni, giunta appositamente dal Brasile, la dottoressa ha intrattenuto piacevolmente l’uditorio prendendo la parola dal sindaco, che ha ringraziato i presenti.
«Grazie a tutti - ha esordito Morini - ed un pensiero riconoscente per la dottoressa Luisa Lina Villa, medico di fama mondiale cui tutti noi dobbiamo essere due volte riconoscenti: per avere effettuato importantissime scoperte nel campo della medicina e per avere portato davvero in alto, grazie alla sua professionalità, il nome di Nesso nel mondo». L’assessore Cristiana Gambotti ha ripercorso il cammino di Luisa Villa, della quale è cugina.
«Sei partita giovanissima da Nesso, paese che continui ad amare ed hai condotto una vita di sacrifici, che ti ha però portato a notevoli risultati, pur lasciando intatte le tue doti di umiltà e di umanità. Ho mille ricordi di te ed in particolare rammento quante volte tu mi hai detto “Chissà se i medesimi risultati li avessi raggiunti rimanendo in Italia”».
Il ringraziamento
«Sono io che ringrazio voi per il riconoscimento assegnatomi - ha detto la dottoressa - Nesso è proprio un grande paese».
Infine, una parola sulla sua professione. «L’hpv è subdolo: oggi, per fortuna, possiamo vincerlo, ma vi sono ancora ampie zone del mondo (il Sud America, l’Africa, alcune aree asiatiche) in cui miete vittime. Non ci dobbiamo comunque arrendere, poiché i passi avanti sono all’ordine del giorno».
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